Quando zucchero nelle bevande?

La quantità di zucchero nelle bevande in commercio raggiunge livelli molto elevati. È così che le bibite, anche quelle di scarsissima qualità, diventano gustose e piacevoli al palato. Lo zucchero spinge poi il nostro centro nervoso ad acquistarle e desiderarle compulsivamente.

Aggiungendo zucchero, aromi, edulcoranti e coloranti, i produttori mascherano l’acqua in bevande e ce la fanno pagare come succo. Questi additivi, in particolare nella forma liquida, hanno la conseguenza negativa di squilibrare in modo consistente le nostre risposte endocrine, e non devono essere consumati.

Bevande e zucchero: cosa dice la legge

  • Succhi di frutta: sono le bevande ottenute dalla frutta con procedimento meccanico, che conservano colore, aroma e gusto del frutto di provenienza. Contengono quindi il 100% di frutta. Possono essere torbidi, ottenuti per sola spremitura, o limpidi, quando sottoposti a filtrazione.
  • Succhi di frutta concentrati: prodotto ottenuto dal succo di frutta mediante eliminazione fisica di una parte dell’acqua di costituzione. La concentrazione deve essere almeno del 50%. Si utilizzano soprattutto come dolcificanti naturali in preparazioni più complesse
  • Succhi di frutta disidratati: sono il prodotto in polvere ottenuto dal succo di frutta mediante il procedimento di disidratazione. Vengono spesso usate per creare bevande ricostruite “al gusto di…”
  • Spremuta: dicitura che si applica solo agli agrumi e indica il succo di agrumi senza aggiunta di zuccheri
  • Nettari: bevande con una concentrazione di succo o polpa di frutta che va dal 30 al 50%. Addizionati di zucchero, talvolta acido ascorbico come antiossidante (innocuo) e diluiti con acqua minerale
  • Bevande alla frutta: contengono solo il 12% di succo di frutta, il resto è zucchero, acqua gassata e spesso coloranti, aromi e conservanti. La più comune é l’aranciata. Il cosiddetto decreto ‘Balduzzi’ aveva cercato di portare al 20% la percentuale di succo di frutta in queste bevande, ma è stato bocciato
  • Bevande al gusto/a base di frutta: quando la percentuale di succo di frutta risulta inferiore al 12%

Quali bevande scegliere e quali evitare

Per acquistare un vero succo di frutta, è fondamentale imparare a leggere bene le etichette. Un liquido composto di acqua, zucchero e aromi artificiali non avrà mai il contenuto nutritivo di un succo naturale.

Seguendo Dieta GIFT, quando non è possibile consumare frutta fresca bisogna affidarsi a spremute e centrifugati freschi, che mantengono in pratica inalterato il loro contenuto naturale in vitamine, minerali e antiossanti.

Per quanto riguarda caffè e tè, si consiglia un uso moderato e senza aggiunta di zucchero, dolcificanti, latte o creme. Un buon compromesso può essere quello di limitarsi a due tazzine al giorno più un decaffeinato serale.

Via libera a infusi e tisane di ogni genere: variate con frequenza la composizione così da usufruire dei benefici delle erbe senza rischiare un dosaggio esagerato.

Per le bevande alcoliche la considerazione va fatta sulla quantità. Si definisce “drink” la quantità di alcol contenuta in un boccale di birra, in un bicchiere di vino o in un bicchierino di superalcolico. Secondo studi scientifici recenti e affidabili, come l’Arizona Study, il mezzo a drink a pasto per l’uomo è quantità innocua (per la donna, le dosi vanno dimezzate). DieatGIFT non vieta gli alcolici ma raccomanda un utilizzo moderato e saltuario di prodotti di alta qualità: molti superalcolici sono infatti zeppi di zuccheri e alcuni vini bianchi hanno elevate quantità di solfiti.