Scopri cos’è il craving alimentare, perché nasce e come gestirlo. Approfondisci il legame tra emozioni, stress e alimentazione per ritrovare equilibrio e benessere.
Articolo adattato e rielaborato da un contenuto originale pubblicato su “L’altra Medicina Magazine”, numero 95, maggio 2020.
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Cos'è il Craving alimentare?
Il craving alimentare è un desiderio intenso e spesso incontrollabile verso determinati alimenti, in particolare quelli dolci o grassi. Non si tratta solo di fame fisiologica, ma di un impulso emotivo che nasce nel cervello e attiva i circuiti della ricompensa.
Il legame tra cibo ed emozioni
Mangiare non è un atto puramente nutrizionale. È profondamente connesso alla sfera emotiva. Le diete ipocaloriche falliscono nel 90% dei casi proprio perché ignorano questo aspetto fondamentale: il cibo è emozione.
Il meccanismo del Craving nel cervello
Il craving alimentare attiva le vie della ricompensa cerebrale, coinvolgendo aree come il nucleo accumbens e neurotrasmettitori come la dopamina. È lo stesso meccanismo che si attiva con sostanze psicoattive come la cocaina.
Dopamina e dipendenza da zuccheri
Gli alimenti ricchi di zuccheri e carboidrati raffinati provocano un rapido picco glicemico e un’immediata sensazione di benessere, che però è di breve durata. Questo genera un ciclo di dipendenza simile a quello delle droghe.

Perché cerchiamo il cibo dolce?
Il primo sapore che conosciamo è quello del latte materno: dolce, caldo, rassicurante. Questo imprinting primario fa sì che il nostro cervello associ il dolce a protezione e conforto. In momenti di stress, cerchiamo inconsciamente questi sapori per sentirci meglio.
Lo stress e l'alimentazione compulsiva
Lo stress cronico è uno dei principali fattori che scatenano il craving. Il nostro corpo, progettato per affrontare stress fisici (come la fuga da un predatore), oggi reagisce agli stimoli quotidiani con rilascio di cortisolo e aumento della fame nervosa.
Dalla rabbia al dolce: un ciclo pericoloso
Dopo una giornata difficile, un dolcetto sembra innocuo. Ma in realtà è un rituale compensatorio che rinforza il legame tra stress e carboidrati. Col tempo si crea una vera e propria dipendenza emotiva e biochimica.
Il ruolo dell’industria alimentare
Hai mai sentito parlare di Bliss Point? È il punto di beatitudine, una combinazione perfetta di dolce, grasso e salato, studiata dall’industria alimentare per creare dipendenza nei consumatori. Michael Moss ne parla diffusamente nel libro Grassi, dolci, salati.
Come uscire dal Craving alimentare?
1. Nutrizione equilibrata
Inizia la giornata con proteine, fibre e nutrienti: aiutano a stabilizzare la glicemia e prevenire i cali energetici pomeridiani che scatenano la fame compulsiva.
2. Attività fisica regolare
Il movimento, soprattutto all’aria aperta, stimola la produzione di endorfine e aiuta a regolare il sistema di ricompensa senza ricorrere al cibo.
3. Consapevolezza e ascolto del corpo
Mangia con calma, assapora, ascolta il tuo corpo. Impara a riconoscere la vera fame dalla fame emotiva.
Conclusione: ritrova l’equilibrio con il cibo
Il craving non è un fallimento personale, ma una risposta biochimica che può essere gestita con consapevolezza. Ricomincia a vedere il cibo come nutrimento, non come consolazione. Torna a decidere tu cosa mangiare, non lasciare che siano le emozioni o l’industria a farlo per te.

Manuela Navacci
Biologa nutrizionista. Alimentazione di segnale.

Manuela Navacci
Biologa nutrizionista. Alimentazione di segnale.
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