La bulimia (letteralmente, dal greco: “fame insaziabile”)
è una patologia solo apparentemente opposta
all’anoressia, con la quale in realtà ha molte analogie.
Consiste sostanzialmente in un’incontrollabile necessità
di ingerire grandi quantità di cibo che poi, però, si tenta
di neutralizzare attraverso comportamenti indirizzati a
prevenire aumenti di peso. Che il problema sia nella
restrizione e non nell’abbuffata?
Articolo adattato e rielaborato da un contenuto originale pubblicato su “L’altra Medicina Magazine”, numero 147, maggio 2025.
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Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da abbuffate compulsive seguite da condotte di eliminazione come il vomito autoindotto, l’uso eccessivo di lassativi, diuretici, o un’intensa attività fisica finalizzata a compensare le calorie assunte. Spesso invisibile all’esterno, questo disturbo può colpire persone di qualsiasi peso, rendendolo difficile da riconoscere.
Abbuffate e restrizioni: il circolo vizioso della bulimia
Chi soffre di bulimia vive un conflitto costante tra il desiderio di perdere peso e il bisogno impellente di cibo. La malattia inizia spesso con diete ipocaloriche rigide che portano a una condizione di fame estrema e a episodi di iperfagia incontrollata. Le abbuffate avvengono spesso in solitudine, durano pochi minuti e coinvolgono l’ingestione di migliaia di calorie.
Sintomi comuni della bulimia:
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Episodi ricorrenti di abbuffate incontrollate
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Sensazione di perdita di controllo durante l’atto del mangiare
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Condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito, lassativi, digiuno, attività fisica eccessiva)
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Ciclicità degli episodi, almeno due volte a settimana per tre mesi consecutivi
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Profondo senso di colpa e vergogna
Cause della bulimia: fattori psicologici e biochimici
La bulimia è spesso il risultato di una combinazione di fattori psicologici, sociali e biochimici. L’ossessione per la magrezza, la scarsa autostima e lo stress emotivo sono elementi chiave, ma recenti studi hanno evidenziato anche l’importanza di alterazioni ormonali e neurochimiche nel cervello, in particolare a livello dell’ipotalamo.
I principali squilibri coinvolti:
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Ridotti livelli di leptina, l’ormone della sazietà
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Eccesso di grelina, l’ormone della fame
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Alterazioni della serotonina, che influenzano umore e impulso alimentare
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Disregolazione della risposta insulinica legata all’abuso di zuccheri semplici

Quando e perché avvengono le abbuffate
Gli episodi bulimici si verificano più spesso:
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Nel tardo pomeriggio o di notte, quando le energie fisiche e mentali sono basse
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In momenti di stress emotivo o ansia, come risposta automatica a emozioni negative
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Dopo periodi di restrizione calorica, che generano una fame biologica potente e incontrollabile
Anoressia e bulimia: due facce della stessa medaglia
Anoressia e bulimia spesso coesistono nella stessa persona. Molti bulimici iniziano con una rigida dieta restrittiva e, non riuscendo a mantenerla, sviluppano comportamenti alimentari compulsivi. Questo spiega perché oltre il 50% delle donne anoressiche sviluppano anche sintomi bulimici.
Epidemiologia: chi colpisce la bulimia?
In Italia si stima che oltre 10.000 persone soffrano di bulimia ogni anno, con un’incidenza in aumento: 9-12 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno, soprattutto tra i 18 e i 25 anni. La bulimia colpisce principalmente le donne, ma anche un numero crescente di uomini.
Le conseguenze della bulimia nervosa
Senza trattamento, la bulimia può avere gravi conseguenze fisiche e psicologiche:
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Danni all’apparato digerente e ai denti
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Squilibri elettrolitici che possono causare arresto cardiaco
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Depressione, ansia e isolamento sociale
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Riduzione dell’autostima e ossessione per il peso corporeo
L’American Psychiatric Association la considera una delle principali cause di morte tra i disturbi psichiatrici nei Paesi occidentali.
Trattamento della bulimia: un approccio multidisciplinare
La cura della bulimia richiede un approccio integrato che coinvolga:
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Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) per affrontare i pensieri disfunzionali
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Supporto nutrizionale per ripristinare un’alimentazione equilibrata e normocalorica
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Intervento medico, se necessario, per trattare i sintomi associati come depressione o ansia
Obiettivi della terapia:
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Interrompere il ciclo abbuffata/eliminazione
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Ricostruire un rapporto sano con il cibo
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Gestire le emozioni senza ricorrere al cibo
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Migliorare l’autostima e la percezione corporea
Conclusione: prevenzione e consapevolezza
La bulimia nervosa non è una debolezza di volontà, ma una malattia seria che richiede comprensione, diagnosi precoce e un intervento terapeutico strutturato. Educare alla nutrizione consapevole, promuovere una relazione sana con il corpo e intervenire tempestivamente possono fare la differenza tra una sofferenza silenziosa e un percorso di guarigione.

Luca Speciani
Medico Chirurgo
Presidente AMPAS (Medici di segnale)

Luca Speciani
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