Le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), sono infezioni che possono essere acquisite durante il ricovero o in altri contesti sanitari simili. Purtroppo, continuano a crescere in quasi tutti i paesi europei, con un incremento medio annuo del 5%. In Italia si contano tra 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale, con un risultato che è fra i peggiori d’Europa. Nella Regione Friuli-Venezia Giulia queste si verificano con una frequenza pari al 5,7%, inferiore rispetto alla media nazionale.
In Italia si stimano circa 10.000 casi di decessi all’anno per infezioni resistenti ai comuni antibiotici, pari al doppio delle morti legate agli incidenti stradali. Per far fronte a questo scenario preoccupante, nel 2017 il Ministero della Salute ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, fissando il percorso che le istituzioni nazionali, regionali e locali, devono compiere per un miglior controllo delle infezioni. Esiste, però, una notevole variabilità tra regioni nelle modalità di attuazione dei programmi di sorveglianza e controllo di questo fenomeno.
Vista l’emergenza e con l’obiettivo di fare il punto su ciò che è stato fatto e ciò che c’è ancora da fare a livello regionale, creando una rete di comunicazione sulle infezioni correlate all’assistenza, nasce ICARETE. Progetto, che si compone di 12 incontri regionali, realizzato con il contributo non condizionante di MENARINI, che vede confrontarsi le istituzioni e i massimi esperti del settore. Il Progetto parte dal Friuli-Venezia Giulia una delle Regioni più virtuose nel sistema di controllo delle infezioni.
“Partiamo da un dato, impressionante nella sua portata: tra il 15 e il 30% delle in infezioni del sito chirurgico che si manifestano a livello europeo si potrebbero prevenire. Mettendo a confronto questi dati con quelli della mortalità stradale, si scopre che i decessi causati da infezioni ospedaliere sono maggiormente impattanti rispetto ai primi”, queste le parole di Riccardo Riccardi, Vicepresidente e Assessore alla Salute, Politiche Sociali e Disabilità, Delegato alla Protezione Civile, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. “La soluzione? Sta nella prevenzione, nell’applicazione dei rigidi protocolli di prevenzione che sono conosciuti da chi opera in sanità. O meglio, la soluzione sta nella condivisione di un contesto culturale che deve essere fatto proprio da chi opera nel sistema salute, facendolo diventare punto di riferimento per la propria attività quotidiana. L’attenzione alla cura appropriata e appunto la prevenzione, sono elementi fondamentali per controllare l’insorgere di patologie semplici o invalidanti. Sono la porta d’accesso a una futura età avanzata che vogliamo possa essere il più autonoma e sana possibile”.
“Le Infezioni Correlate all’Assistenza sanitaria costituiscono un problema di salute pubblica certamente attuale, interessando mediamente l’8% dei pazienti sottoposti a cure mediche in Europa Occidentale. Il fenomeno parallelo della resistenza batterica agli antibiotici colpisce principalmente i Paesi del bacino del Mediterraneo e, soprattutto l’Italia. I dati relativi alla Regione Friuli-Venezia Giulia riportano una prevalenza di ICA nosocomiali pari al 5,7%, in particolare polmoniti e sepsi, con un impiego di antibiotici nel 37,4% dei pazienti ricoverati” ha detto Roberto Luzzati, Direttore malattie infettive e DAI Ematologia, Oncologia e Infettivologia AOU Trieste.
La corretta aderenza alle norme igieniche preventive stabilite dall’Organizzazione Mondiali della Salute, un più appropriato utilizzo degli antibiotici sia a uso umano sia veterinario, sono alcuni delle raccomandazioni che emergono dal confronto fra esperti. In aggiunta, nel breve termine, le istituzioni stanno cercando di agevolare le attività di ricerca di nuovi antibiotici, creando anche partnership pubblico/privato. Molto potrebbe essere fatto con le nuove terapie antibiotiche, rendendole disponibili ai pazienti sia a livello Nazionale che regionale-locale, secondo le indicazioni appropriate.
“L’iter di approvazione attuale dell’ente europeo per i farmaci è già sufficientemente rapido per gli antibiotici. Al medico utilizzatore spetta posizionare nel modo corretto ed appropriato il nuovo antibiotico da utilizzare, evitando così l’aumento delle resistenze batteriche”, ha aggiunto Paolo Schincariol, Responsabile Struttura Complessa Assistenza Farmaceutica Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste.
“Da quando il problema dei super batteri resistenti alle terapie disponibili è emerso nella sua estrema gravità, la ricerca farmaceutica ha ripreso vigore e progressivamente sta mettendo a disposizione nuovi e più efficaci antibiotici: è auspicabile che si apra un dialogo fra aziende produttrici ed agenzie regolatorie nazionali e regionali per stabilire nuovi percorsi dedicati che consentano un accesso facilitato e rapido di questi nuovi fondamentali strumenti per la cura dei nostri pazienti, in linea con le azioni intraprese dalla Food and Drug Administration”, ha spiegato Claudio Zanon, Direttore Scientifico MOTORE SANITA’.