Una caloria è sempre una caloria?

Un gran numero di operatori in campo dietologico ritiene ancora ingenuamente che “una caloria sia sempre una caloria”, sottintendendo con ciò che se si mangia una caloria in più, questa inevitabilmente genererà ingrassamento.

Purtroppo per costoro le cose non stanno così. Il fallimento delle diete ipocaloriche (in cui si perde peso perdendo in prevalenza massa magra e si recupera poi tutto con gli interessi in tempi brevi) è sotto gli occhi di tutti.

La comprensione del funzionamento della tiroide potrebbe aiutare molti a capire davvero come funziona il meccanismo.

La tiroide è in realtà un esecutore di ordini che provengono dall’alto. Il suo diretto superiore è l’ipofisi, che riceve peró, a sua volta, comandi operativi dall’ipotalamo, quel prezioso pezzo del nostro cervello più antico (da noi condiviso perfino con i rettili) dalla cui comprensione dipende la possibilità di modulare il nostro ingrassamento e dimagrimento.

È dunque l’ipotalamo, attivando di più o di meno la secrezione di ormone tiroideo, a stabilire se il corpo produrrà maggiormente calore o ATP dal cibo assimilato, e quindi è dalle “decisioni” dell’ipotalamo che dipende il bilancio energetico del nostro organismo e non, come molti ancora erroneamente pensano, dalle calorie assunte.

Cerco di spiegarmi ancora meglio, perché questo punto è fondamentale per capire la differenza tra DietaGIFT e qualunque altro approccio basato sulle calorie.

Una caloria è sempre una caloria, da un punto di vista fisico, e l’energia sappiamo che non si crea e non si distrugge ma si trasforma.

Tuttavia se una caloria si trasforma in calore oppure in ATP la differenza è enorme. Se ciò che mangio si trasforma in calore, tale calore verrà emesso nell’ambiente, e nel mio corpo non ne resterà traccia. Se ciò che mangio va invece tutto in ATP, ovvero in energia conservata e utilizzabile, tutta l’energia assunta col cibo verrà accumulata sotto forma di glicogeno (zuccheri), sintesi proteica (muscolo, collagene, unghie, capelli, cellule) o sintesi lipidica (grassi, colesterolo) e consumata in parte in relazione ai fabbisogni energetici dell’organismo. In pratica ciò che succede a quelle persone che dicono “mangio come un uccellino e ingrasso continuamente”.

Ciò che ci fa dimagrire, dunque, è l’analisi da parte dei recettori dell’ipotalamo di una serie di segnali rivolti al consumo e non all’accumulo. Non il controllo delle calorie.

Lo studio e la comprensione di tali segnali rappresentano da anni l’oggetto di approfondimento della DietaGIFT e dell’alimentazione di segnale, come strumenti di dimagrimento e di salute.

Sembra alquanto stupefacente che per dimagrire si debba mangiare con abbondanza, perché molti obesi sono anche grandi consumatori di cibo.

Eppure le cose stanno proprio così, ma a condizione che il cibo che mangiamo sia privo di sostanze in grado di alterare i nostri equilibri endocrini.

Trovi l’articolo completo del dott. Luca Speciani sul numero 118 de L’altra medicina.