Jota bianca, il piatto vegano del Carso

Ne parliamo prima di tutto perché soddisfa il gusto, davvero una bella idea della cucina popolare. Proviene dal Friuli Venezia Giulia e Slovenia. Ottima nelle serate invernali, quando cerchiamo calore.

Ingredienti semplicissimi (per 3 o 4 persone), eccoli:

Mezzo chilo di crauti

Tre etti di fagioli bianchi, anche cannellini

Due cucchiai di farina

Due patate

Qualche bacca di ginepro

Due foglie d’alloro

Olio d’oliva

Uno spicchio d’aglio

…e santoreggia nella forma che riuscite a trovare.

La notizia è che si prepara senza grassi animali e cotenne. Non ce n’è bisogno: ci pensa la santoreggia, non a caso detta "erba pepe", a dare quel tipo di soddisfazione. A volte la santoreggia fresca compare al supermercato, certo non in tutti e non sempre (reparto frutta e verdura), ma eventualmente ci sono le erboristerie. Una brillante soluzione sarebbe quella di coltivarla in giardino, balcone, davanzale. Si può fare, anche perché poi la santoreggia ha altri impieghi, di tipo più salutistico.

Come si prepara la jota?

1 – Scaldate due cucchiai d’olio oliva con due cucchiai di farina e uno o due spicchi d’aglio (non piace l’aglio? Eliminatelo. 

2 – Quando la farina prende colore mettete i crauti, le patate tagliate a cubetti, il ginepro e l’alloro. Su questo composto mettete acqua a raso e lasciate bollire per almeno mezz’ora.

3 – In un pentolino a parte cuocete i fagioli dopo l’ammollo. Oppure, se si va di fretta, usate le confezioni in barattolo, aggiungendoli alla fine (sono già cotti).

4 – I fagioli, spappolateli una parte, il resto interi. Riversate nel resto.

5 – Dopo aver tolto l’aglio, regolate con sale e pepe secondo il vostro gusto.

6 – Alla fine aggiungete una bella porzione di santoreggia e mescolate bene.

6 – Servitela bella calda con i crostini di pane, fette di pane passate in forno.

Ci sono miriadi di varianti, di tutti i tipi (alcuni aggiungono lardo o pancetta…). Noi troveremo la nostra soluzione. Si può anche frullare per fare un passato eventualmente, a patto che il tutto non riesca troppo solido.