Si sono dimostrate molto efficaci nella cura di malattie congenite grazie alla terapia genica, per trattare, per esempio, tumori incurabili, oppure nell’identificazione e nella convalida di nuovi bersagli terapeutici oppure ancora per accelerare la riparazione dei tessuti danneggiati o malati. Stiamo parlando delle cellule staminali da cordone ombelicale. Oggi sono più di 1700 gli studi clinici in tutto il mondo che testano l’impiego di sangue cordonale e tessuto del cordone ombelicale nella terapia di diverse malattie. Solo in Europa sono in corso circa 300 trial clinici che testano l’efficacia del trapianto di sangue e tessuto cordonale nel trattamento di diverse patologie.
La particolarità delle cellule staminali è che, non essendo specializzate sono capaci di differenziarsi in uno dei molti tipi di cellule diverse presenti nel nostro corpo (un neurone, un globulo bianco, una cellula della pelle, ecc.). Essendo giovani e non compromesse da patologie acquisite, terapie o processi d’invecchiamento hanno quindi una capacità maggiore di attecchire laddove si verifica il problema e sono necessarie a contrastare diverse patologie, tra cui oltre 70 già riconosciute dal ministero della Salute così come specificato nel decreto del 22 Aprile 2014.
Questa loro immaturità immunologica le rende utilizzabili per sostituire, ad esempio, le cellule perse o danneggiate nel cervello nei pazienti con malattia di Parkinson o nel pancreas per curare le persone con diabete di tipo 1 o per riparare il muscolo cardiaco dopo un infarto. Il sangue cordonale è attualmente sfruttato come fonte di cellule staminali emopoietiche (ovvero addette alla formazione di ciò che compone il sangue), specie nella terapia di patologie oncologiche ed ematologiche come leucemie, linfomi, patologie tumorali degli organi, disturbi dell’emopoiesi ereditari o acquisiti, malfunzionamenti del sistema immunitario, disturbi del metabolismo ecc. È però in drastico calo la raccolta.
“Gli studi procedono velocemente, e i successi della scienza attestano la necessità di una collaborazione pubblico e privato per aumentare i campioni a disposizione in una rete nazionale disponibile per tutti. – spiega Luana Piroli direttore generale e della raccolta di In Scientia Fides – con il calo del 40% della raccolta, l’unica soluzione auspicabile e già in vigore in Inghilterra ed in Germania è il ‘modello ibrido’ per una rete unificata con il maggior numero di campioni a disposizione”.
In Italia alcuni centri di eccellenza hanno radunato le più brillanti menti italiane per testare l’efficacia del trapianto delle cellule staminali cordonali per il trattamento di diverse patologie. Tra questi, ad esempio, l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna per le malattie ematologiche e malattie dell’occhio, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma per la retinite pigmentosa e i nati pretermine, A.O. San Martino di Genova per la sclerosi multipla o la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano per il piede diabetico e molti altri centri.