
Dott. Marcello Monsellato
Consapevolezza e benattia: due risorse per l’autoguarigione
Laurea in Medicina e Chirurgia; specializzazione in Ortopedia e Traumatologia. Psicologo e psicoterapeuta. Studio di Medicine Bioterapiche, Agopunturali e Psicoterapeutiche. Da più di 35 anni si occupa di Omotossicologia, Omeopatia, Agopuntura e Terapie integrate.
Curare o Guarire? Un cambio di paradigma consapevole
Nel nostro approccio alla salute, spesso confondiamo la cura con la guarigione. Curare significa agire su un piano esterno, intervenendo sul sintomo per attenuarlo o eliminarlo. È un processo utile, ma parziale: si concentra sull’effetto, senza necessariamente affrontarne la causa profonda.
La guarigione, invece, è un percorso interiore. È un processo di consapevolezza, trasformazione e integrazione. Guarire significa ascoltare il messaggio della malattia, riconoscere ciò che è stato rifiutato, represso o ignorato, e accoglierlo come parte integrante del nostro essere.
Questa visione si basa su un principio fondamentale: la legge di polarità. Ogni realtà si manifesta in coppie di opposti – salute e malattia, luce e buio, gioia e dolore – che non si escludono, ma coesistono come aspetti complementari della stessa unità. Tuttavia, la nostra mente tende a dividere, giudicare, e soprattutto a rifiutare ciò che percepisce come negativo.
Ed è proprio questo rifiuto che genera conflitti interiori inconsapevoli, origine di molti disturbi fisici ed emotivi. Il nostro cervello riceve circa 11 milioni di informazioni al secondo, ma solo una piccola parte viene elaborata in modo consapevole. Le restanti informazioni vengono filtrate in base alle nostre credenze profonde, spesso inconsce, che influenzano il nostro modo di vivere, sentire e reagire. Quando ciò che viviamo entra in conflitto con queste credenze, si genera uno stress cronico o acuto, che può trasformarsi in un conflitto biologico, dando origine alla malattia.
In questa prospettiva, la malattia non è un errore da correggere, ma un segnale prezioso, un invito a rientrare in contatto con noi stessi. È attraverso approcci come l’epigenetica relazionale, l’ascolto del linguaggio simbolico dei sintomi e il riequilibrio del sistema immunitario che possiamo trasformare la malattia in benattia: un’esperienza evolutiva che ci conduce a un livello più autentico di integrazione e salute.
Guarire, dunque, significa trasformare il trauma in esperienza, il sintomo in messaggio, e il disagio in consapevolezza. Significa riattivare l’autoguarigione bloccata dal rifiuto e sostenere il corpo anche attraverso strumenti concreti come il drenaggio emuntoriale, che aiuta a liberare tossine fisiche ed emotive.