Pitaya, il superfrutto del cactus delle Ande

La Pitaya è un frutto colorato, dal gusto particolare che richiama insieme il kiwi e la pera, con una polpa cremosa. Può essere gustato sia fresco, sia essiccato.

La Pitaya è il frutto prodotto dalle piante di cactus della specie Hylocereus Originaria delle aree del centro e sud America – in particolare sud del Messico, Guatemala, Costa Rica, El Salvador – oggi è molto diffusa anche in tanti paesi dell’Asia. Parliamo, dunque, di un frutto tropicale ancora poco conosciuto in Italia, ma in via di diffusione.

Che strana polpa….

La pianta si definisce pianta epifita, vale a dire che vive sopra ad altre piante che fungono da sostegno. Il periodo di fioritura è piuttosto breve e generalmente avviene di notte.

È interessante sapere che l’impollinazione viene effettuata dai pipistrelli o dalle farfalle notturne, le falene. La pianta produce diversi fiori con successive fioriture. Il frutto ha un peso compreso tra i 150 e i 600 grammi, è lungo 6-12 centimetri e ha un colore variabile in base al tipo (rosso o giallo): se lo tagliamo ci sorprenderà con la sua polpa cremosa caratterizzata da un aroma delicato e contenente numerosissimi semi neri commestibili che assomigliano a quelli del kiwi.

Le proprietà del “frutto del drago”

Un frutto Pitaya fornisce il 15% del valore giornaliero raccomandato di vitamina C, che rafforza il sistema immunitario, stimola la produzione di collagene e favorisce l’assorbimento del ferro.

Tra i minerali contiene calcio, ferro, magnesio e fosforo, i quali rendono interessante questo frutto per la salute dell’apparato muscolo-scheletrico e del sangue. La Pitaya è ricca di fibre e, soprattutto nella sua preparazione essiccata, favorisce la funzionalità intestinale.

Omega-3 e tante vitamine

Il frutto del drago, inoltre, è fonte di omega 3, acidi grassi essenziali, vitamina B e contiene anche molti antiossidanti, tra cui il licopene. Ha proprietà diuretiche e drenanti che contrastano la ritenzione idrica e la cellulite e migliora la salute della pelle e dei capelli. È poco calorico e saziante, pertanto è indicato in caso di dieta alimentare. Un consiglio finale: mastichiamo bene i semi contenuti nella polpa affinché siano più digeribili. I semi hanno un sapore che richiama quello della nocciola e sono ricchi di buoni lipidi. Insomma, un frutto che può arricchire la nostra dieta, per variare, non dimenticando di certo i tanti buoni frutti domestici delle nostre terre.

Scopri come e quando mangiare Pitaya e una gustosa ricetta sul numero de L’altra medicina magazine attualmente in edicola