Ormai è scientificamente chiarito per tutti, tranne per chi abbia interessi terzi da difendere o le fette di salame sugli occhi: le diete ipocaloriche non hanno mai fatto dimagrire nessuno. Solo, temporaneamente, deperire. Oggi girano tanti nomi diversi (paleo,
chetogenica, vegan, intolleranze) ma se l’obiettivo è quello di ridurre le calorie il fallimento è dietro l’angolo.
Articolo adattato e rielaborato da un contenuto originale pubblicato su “L’altra Medicina Magazine”, numero 148, giugno 2025.
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Nessun animale in natura è grasso
Hai mai visto uno scoiattolo obeso? O un lupo sovrappeso? In natura, l’obesità non esiste. Gli animali selvatici mantengono il loro peso forma grazie a un’alimentazione spontanea e regolata dai reali bisogni energetici. Anche nei periodi di abbondanza, non accumulano grasso superfluo. Gli unici animali grassi sono quelli alimentati dall’uomo: cani domestici, gatti da salotto, animali da zoo o circo. Un caso emblematico è lo scoiattolo obeso fotografato nel Morro Park in California, ingrassato a causa dei cibi spazzatura offerti dai visitatori.
Il falso mito delle calorie
Il concetto di caloria come unica unità di misura dell’alimentazione è scientificamente superato. Il nostro organismo decide se immagazzinare o bruciare energia in base a segnali ormonali complessi, come quelli legati a leptina, resistina, visfatina e adiponectina. Non conta solo “quanto” mangiamo, ma “cosa” mangiamo. L’effetto metabolico degli alimenti varia, ed è per questo che le diete basate esclusivamente sul conteggio calorico portano a risultati scarsi, temporanei o dannosi.
L’evoluzione del piacere alimentare
Mangiare non è solo nutrizione: è piacere, istinto e sopravvivenza. L’uomo è programmato per desiderare cibi energetici, grassi e zuccherini, perché in passato questi alimenti erano rari e preziosi. Il nostro cervello è rimasto praticamente identico a quello degli uomini primitivi, e continua a rispondere a stimoli alimentari che risalgono all’epoca in cui cercare cibo significava sopravvivere. Oggi però viviamo in un mondo di abbondanza, e questi meccanismi ancestrali possono portarci a ingrassare.
Cibo come ricompensa psicologica
Nel nostro passato evolutivo, ogni occasione di abbondanza era un’opportunità per fare scorta. Il miele, la frutta matura, il grasso degli animali erano fonti di energia da accumulare subito, per affrontare carestie future. Questo ha programmato la nostra mente a cercare cibo, a desiderarlo e a trarne piacere. Ma oggi questi stessi impulsi ci spingono a mangiare anche quando non ne abbiamo davvero bisogno. Il risultato? Un rapporto alterato con il cibo e un rischio crescente di obesità e malattie metaboliche.
Mente e corpo: un legame profondo
Le nostre scelte alimentari sono influenzate da segnali fisiologici e psicologici. Quante volte ci troviamo davanti al frigo con un desiderio preciso, come un’arancia o del formaggio? Quel desiderio è guidato da segnali interni, ma può essere influenzato anche da stress, farmaci, sbalzi ormonali, carenze nutrizionali, sonno insufficiente o abitudini scorrette. Il nostro equilibrio endocrino è fragile e può essere facilmente compromesso, portando a un accumulo di grasso difficilmente controllabile.
I segnali del dimagrimento
A volte si dimagrisce senza sforzo: chi si innamora, ad esempio, perde peso senza capire come. Al contrario, chi dorme poco o vive in uno stato infiammatorio cronico tende ad ingrassare. Anche il consumo eccessivo di zuccheri raffinati invia segnali metabolici che portano all’accumulo. Tutto dipende dai messaggi che l’organismo riceve. È per questo che due persone con lo stesso apporto calorico possono avere risultati opposti. I segnali metabolici sono la chiave per capire davvero come funziona il nostro corpo.
Il fallimento della dieta ipocalorica
Per decenni la dietologia ha puntato sulla restrizione calorica. Ridurre l’apporto energetico del 30-40% è stato considerato il metodo principale per dimagrire. Ma i risultati sono deludenti. I chili persi vengono spesso recuperati, il metabolismo rallenta, si perde massa muscolare e si altera la funzionalità tiroidea. Gli effetti collaterali psicologici, come frustrazione e disturbi alimentari, sono sempre più frequenti. È il momento di superare questo approccio inefficace e dannoso.
Obesità e sovrappeso in crescita
Negli ultimi 50 anni, l’obesità è esplosa nei Paesi industrializzati. Se nel dopoguerra era un fenomeno raro, oggi coinvolge un terzo della popolazione adulta. Nei bambini la situazione è ancora più grave, con un triplicarsi dei casi in pochi anni. Nonostante tutto ciò, si continua a proporre il conteggio delle calorie come unica soluzione. Forse è tempo che chi ha gestito finora le politiche nutrizionali lasci spazio a visioni più moderne e scientificamente fondate.
La verità sulle calorie
È vero che una caloria è una caloria solo dal punto di vista fisico. Ma il nostro corpo non è una macchina. Una caloria da zucchero e una da una mela hanno effetti biologici completamente diversi. Gli ormoni tiroidei, ad esempio, possono determinare se quell’energia sarà usata per scaldare il corpo o per accumulare grasso. Eppure, questa verità è ignorata da gran parte del mondo dietologico. È ora di rivedere l’intero sistema di interpretazione del metabolismo umano.
Alcuni mangiano tutto e restano magri
C’è chi può mangiare qualsiasi cosa senza ingrassare, e chi prende peso anche con poche calorie. La differenza non sta solo nella genetica o nella tiroide, ma nel modo in cui il cervello regola il metabolismo. Il centro di comando è l’asse ipotalamo-ipofisi, che governa temperatura corporea, pressione, ritenzione idrica e accumulo di grasso. È da lì che partono gli ordini per la regolazione del peso. Serve un nuovo paradigma per comprendere e influenzare questi processi in modo efficace.
Il linguaggio del corpo
Luigi Oreste Speciani, pioniere della medicina psicosomatica, diceva: “Alle cellule bisogna parlare sottovoce.” Una frase che racchiude un concetto profondo: il nostro corpo risponde a segnali sottili, non a imposizioni brutali. Le molecole di segnale come insulina, leptina, ghrelina e molte altre sono la chiave per modulare in modo naturale il metabolismo. Comprendere e usare questo linguaggio significa avere finalmente gli strumenti per ottenere un vero dimagrimento, duraturo e sano.
Conclusione
Dimagrire non è una questione di calorie, ma di segnali metabolici. Il paradigma calorico ha fallito: è tempo di sostituirlo con un approccio scientifico basato su biologia, ormoni e fisiologia. Solo così possiamo imparare a mangiare in modo consapevole, come gli animali in natura: quando abbiamo fame, e fermandoci quando siamo sazi. La natura non mente, e ci offre un modello perfetto per tornare in salute.
Luca Speciani
Medico Chirurgo
Presidente AMPAS (Medici di segnale)
Luca Speciani
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