I bambini hanno paura della morte?

Paura-morte-bambini

I bambini, come gli adulti, si relazionano con l’idea della morte e hanno pertanto bisogno di un pacato accompagnamento.

La morte è un evento naturale, il confronto con la morte può condurre alla più grande angoscia o alla serena accettazione.

Una delle più dannose conseguenze del tabù che circonda il problema della morte nella nostra società consiste nel lasciare pericolosamente solo il bambino di fronte alla morte. Sarà importante capire tutte le ragioni per cui abbiamo ritenuto di doverci tanto preoccupare di assistere i bambini nell’apprendimento della lettura, della scrittura, dell’aritmetica, dell’igiene personale, ecc., e di non doverci affatto preoccupare di assisterli nel loro rapporto con la morte.

Oggi ogni bambino, di ogni età, in ogni luogo si confronta con il timore della morte. C’è lo spettro della morte, la paura della morte, la notizia della morte, il problema della morte, la cura contro la morte; la morte è ovunque. Improvvisamente sbuca da ogni dove, non la si può più nascondere, ne parla la televisione, la radio, il giornale, il cellulare, il tablet, il pc; ne parla la mamma con il papà, la nonna con la mamma, lo zio con il nonno. Invade gli spazi: è a casa, a scuola, a lavoro, ai giardini, nei posti più impensabili, è persino al supermercato, dal veterinario, in pizzeria, in palestra, dal benzinaio. Ovunque tu vada oggi trovi la morte, la trovi nella paura che pervade, nelle misure imposte.

Tutto questo parlare di morte assomiglia a una rumorosa valanga di paura che incombe, ed i bambini, oggi come ieri, sembrano lasciati soli a fare i conti con le proprie angosce.

Questa solitudine in cui il bambino viene lasciato di fronte ad un tema oggi prevalente, che sarebbe tema naturale, intrinseco alle sue riflessioni e osservazioni, è sicuramente dannosa per i bambini.

Verrà un giorno in cui ci sarà possibile di nuovo pensare alla morte come a quel passaggio necessario e anche scontato che è annunciato dalla nascita stessa. Per quel giorno che verrà, dovremo ricordare che si può e si deve sempre parlare della vita e della morte con i bambini, argomento unico e del tutto naturale che permea il vissuto di ogni essere umano ad ogni età, inscritto nel ritmo e nel movimento che regolano la nostra intera vita.

I genitori faticano a confrontarsi coi propri figli sui temi che riguardano il morire, ma è importante comprendere che il bambino che chiede, lo fa per capire, ha bisogno di dialogare non di essere lasciato solo con le sue riflessioni, necessita di un ascolto serio e di un sostegno alla riflessione. Se attendiamo e usiamo le occasioni che il bambino ci pone, senza inibire il suo desiderio di dialogare, avremo modo di conoscere le sue paure, le sue convinzioni, le sue fantasie e potremo aiutarlo a trovare risposte adeguate.

Possiamo accompagnare i bambini fino a dove le loro domande ci conducono, anche se dovessimo sentirci destabilizzati, perché un bambino che dimostra curiosità per un tema è un bambino pronto a sentire la risposta.

Trovi l’articolo completo di Giuditta Fagnani e Benedetto Tangocci sul numero 103 de L’altra medicina.