Prof. Luigi Coppola
Medicina dei Sistemi e Probiotici di Bio-Regolazione
Docente di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata, presso L’Università degli Studi del Sannio
Medicina dei Sistemi e Probiotici di Bio-Regolazione
Gli attuali modelli di studio considerano il corpo umano come un “olobionte” o “superorganismo”, un sistema complesso che minimizza i conflitti tra i singoli membri e massimizza la funzionalità dell’unità globale.
Ospite e microbiota hanno condiviso nel tempo un importante processo co-evolutivo che ha condotto allo sviluppo di fondamentali interazioni mutualistiche in grado di influire sullo stato di salute.
La visione del corpo umano come olobionte amplia la prospettiva su salute e malattia, evidenziando come queste siano strettamente legate all’equilibrio del microbiota.
Condizioni intermicrobiche armoniche e la conservazione della biodiversità tra le specie batteriche identificano un microbiota intestinale eubiotico che, insieme alla corretta relazione mutualistica tra microbiota e ospite, risulta essere un fattore necessario al mantenimento dell’omeostasi sistemica.
Tuttavia, l’equilibrio del microbiota può essere perturbato da diversi fattori, interni ed esterni, che ne alterano la composizione e le sue attività metaboliche, determinando il quadro noto come DISBIOSI, frequentemente correlato a disordini metabolici che, in taluni casi, sottendono a condizioni pro-infiammatorie che possono evolvere verso il danno tissutale, anche extra intestinale.
Mantenere l’equilibrio del microbiota o, in particolari condizioni, recuperarlo attraverso specifiche e definite specie batteriche, nel rispetto dei principi di complessità e variabilità, è la frontiera della Probiotica di Bioregolazione, il cui obiettivo è regolare l’attività biologica dell’intero network funzionale rappresentato dall’interfaccia microbiota-mucosa intestinale).
La Probiotica di Bio-regolazione si colloca perfettamente all’interno del paradigma della Medicina dei Sistemi, e di essa è parte integrante. Infatti, tra i network funzionali), secondo la Medicina di Bioregolazione dei Sistemi, accanto al neuroendocrino, all’immunitario, al metabolico, all’energetico-cellulare un ruolo fondamentale è giocato dal network del microbiota.
Circa 4.000 specie batteriche (con un patrimonio genetico di 3 milioni di geni) rappresentano i nodi del network del microbiota; ogni nodo è collegato agli altri da un delicato rapporto di relazioni metabolico-funzionali.
Nel network, ogni specie batterica può influenzare le altre (ed essere da esse influenzata) tanto dal punto di vista ecologico quanto in termini di funzionalità metabolica. I mutui rapporti tra batteri che gestiscono in continuum questo sistema dinamico sono descritti dal concetto di matrice di covarianza (effetti che le variazioni quali-quantitative di ogni specie batterica hanno sull’intero microbiota).
I ceppi batterici con la più alta capacità di influenzare l’intera comunità microbica spiccano tra tutti quelli che rappresentano i nodi del network del microbiota, e per tale ragione sono identificati come supernodi. Dalla loro modulazione dipende l’assetto complessivo del microbiota.
Condizioni di disbiosi di crescente gravità sono legate alla progressiva perdita di capacità auto-regolatoria del network operata dai ceppi batterici supernodali; questa evidenza fa sì che, dal punto di vista dell’integrazione probiotica, si apra la possibilità di intervenire in profondità sul fenomeno disbiotico (sia esso lieve o progressivamente severo) attraverso l’azione di supplementazione di un numero limitato di ceppi batterici “supernodo” sfruttando le loro capacità riequilibranti a cascata su uno o più cluster del microbiota alterati.
Gradi di disbiosi più o meno marcati riflettono altrettante condizioni – più o meno marcate – di perdita della capacità di autoregolazione del Microbiota, a loro volta espressione dalla compromissione – più o meno profonda – di uno o più cluster batterici (controllati da supernodi) che, nel loro insieme, compongono il network del microbiota.
Il livello di disregolazione dell’intero microbiota dipende, in ultima analisi, dal numero di supernodi coinvolti nella condizione disbiotica.


