Qigong all’attacco, per respirare meglio

L'antica arte mind-body sempre più al centro delle ricerche. Il Qigong si propone per chi ha problemi di respirazione. Obiettivo: restaurare il flusso armonioso del Qi.

Molta attività di ricerca sull’arte marziale Qigong, ora proposta per tutti, compresi gli anziani e le persone alle prese con gravi problemi di salute, come una sorta di ginnastica lenta. Ma sostenuta dai canoni della medicina tradizionale cinese. Vediamo le ultimissime novità.

Torniamo a respirare

Gli esperti cinesi dell’Università di Pechino intendono portare le prove scientifiche a sostegno del Qigong, stile Liuzijue, per dimostrarne una volta per tutte l’efficacia nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), data dall’OMS come una delle principali cause di morte e, purtroppo, in crescita. Guarda caso, il lingua cinese il termine Qigong significa anche “esercizio di respirazione”. Il Qi del Qigong rappresenta l’aria che respiriamo così come l’energia vitale interna, lo Yang Qi. Facile da imparare e va bene anche per chi si trova ad avere a che fare con una malattia debilitante come la BPCO. In questi casi, nella medicina cinese il Qigong è uno degli interventi più prescritti dai medici che si ispirano alla tradizione locale. In effetti, già esistono studi a supporto: la pratica migliora la funzione polmonare, la funzione immunologica (depressa nella BPCO), la forza muscolare, la capacità di esercizio, la salute mentale e la qualità di vita.

(Guo Yu et al, Medicine (Baltimore) ottobre 2018).

Il flusso del Qi

Scrivono: «Il Qigong rafforza il controllo del Qi, l’energia vitale che percorre i canali del corpo (i meridiani) e questo permette che fluisca armoniosamente, come il sangue e i fluidi, attraverso una pratica a lungo termine per evitare le stagnazioni patologiche e regolare le attività funzionali dei meridiani e gli organi viscerali”. Un’altra medicina.

Difficoltà nel parlare

I medici riabilitatori di un ospedale di Shangai, invece, vogliono saperne di più sull’efficacia del Qigong nei pazienti colpiti da ictus che mostrano problemi della respirazione. Spesso il problema si evidenzia nelle difficoltà nel parlare. Sarà meglio dei soliti esercizi? Ci sono motivi per pensarlo. Il Liuzijue Qigong – scrivono questi specialisti – ha radici profonde nella medicina tradizionale cinese e consiste in una pratica di respirazione diaframmatica con il canto di 6 differenti suoni (Xu, He, Hu, Si, Chui, Xi). Si inspira col naso e si espira in sei modi diversi in base alla forma della lingua e della bocca.

(Li H et al. Trials, giugno 2018)

Per il benessere degli studenti

Altra indagine in partenza, questa volta sullo stile Zhanzhuang del Qigong. Si proverà sugli studenti per migliorare il loro benessere fisico e psicologico. Lo porterà avanti l’università di Pechino. Infatti, questa pratica mind-body millenaria produce effetti ad ampio raggio. In primis – aggiustando la respirazione e agendo profondamente sul sistema mente/corpo – fa stare meglio, combatte lo stress e le sue conseguenze. In secondo luogo, come abbiamo visto, potrebbe avere anche un ruolo prettamente medico, persino a fronte di gravi malattie.

(Guo Y et al. Medicine (Baltimore), settembre 2018)

Lavori in corso sul Qigong

Anche la Cochrane, pur non parlando del flusso del Qi, prende in considerazione questa possibilità, trovando evidenze di bassa qualità, ma ci si riferisce alla qualità degli studi finora effettuati. Non conclusive. Servono prove scientifiche che comportano un costo e gli esperti di medicina tradizionale cinese ora sembrano intenzionati a produrle. Pista calda…

(Gendron LM et al. Cochrane Database Syst Rev, ottobre 2018).