Lo Yoga che sostiene il respiro

Notevole risultato sotto molti aspetti: la pratica Yoga permette ai pazienti con gravi malattie polmonari di respirare meglio.
Gli autori dello studio sono indiani, dell’India Institute of Medical Sciences a New Delhi. Bastano due sessioni di Yoga alla settimana per vedere i risultati:
– Si riduce l’infiammazione delle vie respiratorie, che impedisce al sangue di ossigenarsi.
– Si riduce la dispnea cioè la sensazione che manchi ossigeno, una sensazione di pre-soffocamento.
– Migliora la qualità di vita di questi pazienti, spesso costretti a limitare fortemente le loro attività per “mancanza d’aria”.
Il principale autore dello studio, Randeep Guleria, ha effermato che i pazienti, consapevoli dei miglioramenti, tendevano a praticare Yoga più spesso. Non è necessario essere esperti di Yoga per sottoporsi a questo intervento. La pratica è stata insegnata in ospedale, e i pazienti sono stati in grado di continuare a casa, una volta appresi i fondamenti.
Ogni sessione dura un’ora e comprende asana, pranayama, kriyas, meditazione e rilassamento.
Lo studio, presentato in un importante congresso medico a Chicago, ha sorpreso la platea degli specialisti. I pazienti esaminati erano affetti da broncopneumopatia, una malattia molto più frequente di quanto si pensi e molto difficile da bloccare con i farmaci. Per questo, i malati sono spesso avviati a riabilitazione polmonare presso i centri specialistici, nei casi più gravi non resta che la bombola d’ossigeno.
Studio preliminare, certo, ma che fornisce un’importante indicazione. Come spiega Guleria, lo Yoga rappresenta per molti una forma più accettabile di attività fisica. Particolare non insignificante poiché spesso i tradizionali esercizi di riabilitazione vengono presto abbandonati dai pazienti, una volta tornati a casa. Il gruppo indiano intende ora porre a confronto lo Yoga con la riabilitazione polmonare.
La Bpco
La broncopneumopatia cronico ostruttiva, o Bpco, compare più raramente sui giornali rispetto ad altre malattie. Tuttavia, è tra le prime cause di morte al mondo dopo i tumori e le malattie cardiovascolari. Le cause sono molteplici ma soprattutto infezioni ripetute, fumo, inquinamento. Tuttora è difficile riuscire a bloccare la progressione di questa malattia, una volta avviata.
La terapia farmacologica è necessaria e si basa su corticosteroidi e broncodilatatori. Fondamentale anche la riabilitazione polmonare.
American College of Chest Physicians, Chicago, ottobre 2013.