Attacchi di panico: se impari a comprenderli puoi risolverli

Chiara è una trentenne che è sempre vissuta con la sua famiglia di origine. Scrupolosa lavoratrice, pacata, dai modi gentili, ha una relazione stabile da qualche anno con un coetaneo che vive in un’altra città. Quando il fidanzato le propone di andare a vivere assieme, Chiara ne è felicissima: il suo sogno è sempre stato sistemarsi e fare una famiglia. Ma proprio quando i suoi desideri sembrano essere a un passo dall’avverarsi, cominciano gli attacchi di panico…

 

Simone è un giovane e brillante laureando. Socievole, estroverso, il punto di riferimento del suo gruppo di amici. Apparentemente, non c’è nulla che gli manchi: è ammirato da tutti, di successo, intraprendente, di bell’aspetto, benestante. Dopo aver conseguito la laurea, come programmato da tempo, si trasferisce in una grossa città per cercare lavoro. Andrebbe tutto a meraviglia, se non fosse che proprio a seguito di quel  trasferimento inizia a soffrire di forti crisi d’angoscia, che gli impediscono di uscire di casa…



Maria è una signora di 65 anni che, da sempre, vive forti crisi d’ansia mattutine, così violente da impedirle di fare qualsiasi cosa. Prova sollievo solo dopo aver raggiunto il culmine del malessere, che la porta ogni mattina a dare di stomaco. Si è sempre curata, nei momenti di massimo disagio, con dei farmaci, e adesso che il figlio se ne è andato di casa e dietro insistenza del marito, vuole provare con la psicoterapia…

 

Che cos’hanno in comune queste tre storie, apparentemente così diverse?

Il sintomo (ansia, angoscia, attacchi di panico) è il solo aspetto che le lega?

Perché vicende ed esperienze tanto differenti tra loro esitano in un problema così simile?

Esiste una soluzione, una risposta al problema che vada bene in tutti i casi?



Qualcuno ricorre ai farmaci, che in realtà non guariscono dalla causa del problema, ma “soffocano” i sintomi, agendo sul nostro sistema nervoso, con parecchi effetti collaterali.



Comprendere le ragioni per cui il nostro sistema ha imparato a reagire in un certo modo (come se si trovasse di fronte ad una minaccia mortale) e imparare a mettere in atto risposte alternative è la chiave per il superamento DEFINITIVO del problema.



Ansia e attacchi di panico, infatti, rappresentano una risposta del nostro sistema a fronte di una minaccia percepita. Spesso però ciò che rappresenta per noi una minaccia non è così chiaro alla nostra coscienza.  Questo dipende dal fatto che sovente abbiamo desideri, bisogni, emozioni contrastanti: in questo caso riconoscere e ammettere la vera causa del nostro disagio può essere tutt’altro che facile. Ma il nostro corpo non mente, e reagisce senza il bisogno del nostro permesso o della nostra consapevolezza alle istanze più profonde. Ecco quindi che quando viviamo la risposta psicofisica di paura, di terrore o angoscia, proprio perché apparentemente immotivata, ci spaventiamo. Ciò innesca il circolo vizioso della paura della paura: i primi segnali di disagio diventano terribili premonitori di un attacco in arrivo. E via via evitiamo tutte le situazioni in cui ci è capitato di sentirci male.



Comprendere l’origine profonda dei nostri conflitti e imparare a gestire le nostre risposte emotive è fondamentale per non cadere in un circolo vizioso che può essere senza fine.



Come si sono risolti i casi di Chiara, Simone e Maria?

 

Chiara ha dovuto fare i conti con la sua ambivalenza rispetto all’idea di andare a convivere con un ragazzo che fino ad allora, non a caso, vedeva solo nei fine settimana. Pur essendo innamorata di lui, non era realmente pronta a fare questo passo, ancora troppo “figlia” e attaccata alla sua famiglia d’origine per averne una propria.



Simone, giovane uomo dalle brillanti prospettive, ha dovuto portare alla consapevolezza una realtà per lui difficile da accettare: fuori dal suo contesto abituale, restando più a contatto con se stesso, non ha più potuto ignorare i dubbi emergenti sul suo orientamento sessuale, di cui aveva avuto qualche angosciante avvisaglia tempo prima. Ma aveva accantonato i suoi sospetti concentrandosi sullo studio e sulle attività sociali. Finché i suoi equilibri non hanno retto più.



Maria, rimasta ormai sola con il marito, decide di scoprire la causa profonda delle sue angosce. Per farlo deve risalire, indietro nel tempo, al momento in cui – subendo le pressioni di un’educazione rigida, i condizionamenti della famiglia e del contesto sociale cui apparteneva –  si è ritrovata sposata con un uomo di cui non era realmente innamorata, presto incinta e travolta dalle responsabilità di una famiglia che non avrebbe voluto. Solo ora Maria può ammettere a se stessa di aver sempre soffocato la parte più spontanea, giocosa, estroversa e rivoluzionaria di sé.



Con tutti e tre, dopo aver compreso quale fosse la radice del loro conflitto interno, il lavoro si è focalizzato sull’apprendimento di un ascolto maggiore del proprio corpo, dei propri desideri e bisogni, delle proprie sensazioni ed emozioni. La possibilità di accogliere e accettare i propri vissuti, e di imparare a gestirli senza lasciarsene sopraffare, ha rappresentato la svolta verso la guarigione.



Se volete risolvere una volta per tutte i vostri problemi di ansia e attacchi di panico, vi aspetto nei miei studi, a Milano e Gallarate

 

Patrizia Pascucci

telefono 339.8155181; pascuccipatrizia@tiscali.it

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