Sano Egoismo

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Il Sano egosimo non fa male

Un po’ di Sano Egoismo fa bene, perché bisogna star bene con sé stessi prima di star bene con gli altri.

I coniugi Richard e Rachael Heller, autori del libro Egoismo sano, lo definiscono come la capacità di “rispettare i propri bisogni e sentimenti, anche se gli altri non lo fanno. Soprattutto se gli altri non lo fanno.

“In questo senso, un sano egoismo implica prendersi cura di sé stessi e prestare attenzione alle proprie necessità e al proprio benessere.

Anche Giorgio Nardone parla di “sano egoismo” e scrive: “Noi tutti siamo stati educati a sentirci in colpa ogniqualvolta abbiamo messo in atto, o addirittura pensato, qualcosa di direttamente vantaggioso per noi stessi.

Tale reazione deriva dal fatto che si associa qualunque comportamento egoista a un vantaggio proprio a danno di altri. Questa concezione, che ha radici antiche nella cultura moralista occidentale, ha degli effetti piuttosto pesanti sul nostro modo di pensare a noi stessi e alle nostre azioni.

Ci conduce a ritenere di noi stessi di essere delle cattive persone nel momento in cui perseguiamo egoisticamente uno scopo.”

Il principio di un sano egoismo prevede che ci prendiamo cura di noi stessi per poter essere d’aiuto agli altri; ma per raggiungerlo occorre fare i conti con la paura e il senso di colpa.

Sano egoismo: cosa ci insegnano da piccoli

Fin da piccoli ci insegnano che il sacrificio per gli altri denota forza e genuina generosità, ma siamo proprio sicuri che è così?

Il sano egoismo è una forma di egoismo che persegue il proprio benessere senza danneggiare o trascurare gli altri a cui siamo legati affettivamente, ovvero la capacità di prenderci cura di noi stessi e di fare ciò che veramente vogliamo fare.

Ma perchè è indispensabile?

Perché chi non è in grado di prendersi cura di sé stesso non potrà aiutare gli altri in maniera serena e tranquilla!

Un esempio abbastanza comune di mancanza di sano egoismo è la madre che pensa ai bisogni di tutti (figli, partner, genitori) dimenticando sé stessa. Che non si concede tempo per sé stessa. E se lo fa, si sente in colpa.

Il sano egoismo e di conseguenza lo stare bene e in linea con sé stessi comporta:

• Rafforzare l’amor proprio.

• Essere più felici.

• Migliorare la salute generale – Dando la priorità ai nostri bisogni, ci allontaniamo dallo stress e dalle sue conseguenze –

• Sentire meno sensi di colpa – Se diciamo “no” a qualcosa che non vogliamo, riaffermiamo il no- stro impegno verso noi stessi, non verso gli altri –

• Sostenere gli altri in modo più efficace – Quando ci mettiamo in primo piano e ci prendiamo cura di noi stessi, abbiamo più energia per aiutare chi ci circonda –

• Godere di più il presente.

• Avere relazioni migliori.

Come raggiungiamo lo stato di benessere grazie al “Sano Egoismo”?

Come raggiungiamo quindi uno stato di benessere? Prendendoci un momento per noi, ascoltando e riconoscendo i nostri bisogni, imparando a dire di “no” a quello che non vogliamo.

Impariamo a dire no a chi non ci fa stare bene o non è in linea con ciò che siamo o vogliamo.
Impariamo a delegare e a costruire una rete intorno a noi che ci permette di farci ritagliare questo spazio.

In questo percorso di crescita personale troveremo però due sabotatori: la paura e il senso di colpa.

Sarà difficile contrastarli, cercando di zittire il senso di colpa e affrontando gradatamente la paura, ma il risultato finale che vale la pena raggiungere è la realizzazione di sé accompagnata da un senso di liberazione e benessere.

Provare per credere.

Riprendiamo ora l’esempio della mamma… vogliamo dirvi che la ricchezza dell’educazione familiare e dell’essere un buon genitore si basa sul fatto di raggiungere lo sviluppo armonico delle potenzialità individuali.
Ma non solo della madre, ma di ciascuno dei membri di una famiglia, per perseguire un equilibrio perfettibile.

Accompagnare un figlio a perseguire e a supportare le sue scelte consente lui di raggiungere il meglio. Gli permetterà di mettere a frutto con pienezza i propri talenti, aiutandolo a superare le difficoltà che gli si presenteranno.

Ciò si ottiene non con libri, scuole o mezzi di comunicazione, ma attraverso l’amore, la cura, l’affetto e la dedizione.

I figli dipendono da qualsiasi espressione di amore o rifiuto dei loro genitori.
Sono come “spugne” che assorbono tutto, buono e cattivo. Per questo ciò che si impara nei primi sette anni di vita lascia un’impronta profonda nell’anima di ogni bambino.

Essere genitori significa prendersi un impegno per tutta la vita, in cui la coerenza con i valori che predichiamo e la congruenza con ciò che pensiamo, facciamo e diciamo diventano “Legge emotiva e comportamentale di vita”.

Ma per fare tutto questo, dobbiamo prima stare bene con noi stessi…il sano egoismo, non fa male!

Non finisce qui! Completa la lettura sul n.129 de L’Altra Medicina, in edicola e online….ti aspettiamo!