Essere sensibili significa essere più fragili?

La caratteristica che comunemente chiamiamo “sensibilità”, come ogni altro tratto della personalità, comporta vantaggi e svantaggi. Il termine stesso significa innanzitutto “attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi”, caratteristica che evidentemente non può essere ridotta né a sinonimo di debolezza, né a sinonimo di forza. Semmai si può affermare che alle persone più sensibili, che per definizione prestano maggiore attenzione di altre a quanto gli accade, è richiesto di sostenere un maggiore sforzo nel tentativo di elaborazione degli stimoli ricevuti. Ciò chiaramente può tradursi: in un vantaggio, nei casi in cui il maggiore impegno richiesto conduce a una consapevolezza superiore; in uno svantaggio, se invece la persona non riesce a sostenere il sovraccarico di stimoli ricevuti e se ne sente sovrastata. Non si può pertanto dire che sia la sensibilità a determinare una maggiore fragilità, poiché alcune persone riescono a fare proprio della superiore sensibilità il loro punto di forza. Piuttosto la fragilità sopraggiunge quando ci si sente incapaci di fronteggiare la complessità dell’esistenza.

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