Ci si può fidare dell’Unione Europea?

Ogni mese succedono nuove cose, e anche questo mese non fa eccezione. 

In particolare si discute di Unione Europea e di sacchi di denaro contante (ma non volevano abolirlo quelli del “Grande reset”?) per diramare false notizie sul rispetto dei diritti umani in Qatar. E lo scandalo tocca non solo la vicepresidente UE ma anche svariate figure italiane tutte facenti riferimento a quella “sinistra” che più si è spesa per far passare come lecite le violazioni costituzionali che abbiamo tutti dovuto subire in questi tristi anni.

Non sfugge, a chiunque abbia un minimo di sale in zucca, che se questa è la cifra morale di chi occupa i posti di maggiore responsabilità nella UE, con tutta probabilità anche la questione vaccini dev’essere stata oggetto di pressioni e di finanziamenti occulti certo ben più golosi (visti i fatturati in gioco) della reputazione del pur ricco Qatar. Come altrimenti giustificare i continui omertosi ed omissivi silenzi della Von Der Leyen, che invoca addirittura il segreto militare (e perché mai?) per non rendere pubblici i suoi sms scambiati con Albert Bourla, CEO di Pfizer, e copre con un’infinità di omissioni contratti miliardari con le industrie farmaceutiche per l’acquisto di vaccini? Come possiamo, noi cittadini di questa burletta di Europa al soldo della finanza mondiale, accettare di essere presi per i fondelli in questo modo?

Eppure continuano, più duri dei muri (“dùr me’n mùr” come recita il detto brianzolo) a ciarlare di “scienza”, come se Scienza volesse dire “obbedienza all’industria farmaceutica” e sputano veleno su chi invece ha mostrato responsabilità e coscienza, difendendo i propri pazienti dall’insulto di un vaccino messo su in fretta e furia senza gli adeguati controlli di sicurezza. Tutto questo per produrre quel fatturato mostruoso che ha arricchito oltre misura alcuni fondi di investimento proprietari delle aziende produttrici, impoverendo nel contempo la gente comune, chiusa in casa per fare finta che ci fosse un grave pericolo per tutti. E vorrebbero mettere pure il “bollino giallo” di riconoscimento a quei medici che non si sono piegati alle direttive dell’industria!

Trovi l’articolo completo del dott. Luca Speciani sul numero 122 de L’altra medicina.