Perché amiamo il suono del fuoco?

Alzi la mano chi d'inverno non si è mai sentito a suo agio, almeno una volta, davanti a un caminetto acceso. Ora, sembra che il suono del fuoco, oltre al calore e alla visione, accenda qualcosa dentro noi stessi, forse un'eredità ancestrale. Qualcuno si interroga.

Feet in wool socks warming by cozy fire

Già, sembra proprio che il suono del fuoco sia irresistibile. Succede qualcosa dentro di noi. Alcune università hanno fatto esperimenti. Quella dell’Alabama ha dimostrato che guardando il video di un falò, o di un fuoco scoppiettante nel caminetto, si riduce la pressione arteriosa. Ma solo se ascoltiamo contemporaneamente l’audio. Se, invece, guardiamo solo le immagini non succede nulla (Evolutionary Psychology).

Relax al calduccio

Non solo. Il suono del fuoco ha un grande effetto rilassante che aumenta quanto più a lungo ci esponiamo a quella “musica”. Ma va preso tutto insieme: guardare il fuoco, sentire il suo crepitìo, annusare il suo odore, godere del suo calore…

Un piacere ancestrale

«Le nostre menti – scrive David George Haskell, nel suo ultimo libro – a quanto pare sono ben sintonizzate al suono del fuoco». Probabilmente perché i nostri progenitori, fin dai tempi del Paleolitico, si sono ritrovati davanti a un fuoco: per loro era il cinema, la TV, la discoteca e un’occasione di incontro con amici e parenti dopo dure giornate dedicate a trovare cibo. Questo piacere è rimasto dentro di noi e si esprime, per esempio, quando ci ritroviamo davanti a un caminetto acceso.

Davanti a una fiamma

Atmosfera calda, la sensazione di essere protetti dal gruppo. Accada quel che accada là fuori. C’è il gelo? Pazienza, noi abbiamo pur sempre il nostro bel focolare domestico… lì davanti, in un lontano passato, si sono accese le prime società umane. Altri studi condotti sulle popolazioni di cacciatori-raccoglitori ancora esistenti – simili a quelle dei nostri antenati – dimostrano che un falò cambia la natura delle conversazioni umane.

Legami che si stringono

Durante il giorno si parla d’altro, di questioni pratiche. Davanti al fuoco l’immaginazione sociale prende il volo e si raccontano storie: si forma una mente collettiva, una cultura comune. Si affrontano anche i temi della rete sociale: di legami, matrimoni, delle persone che conosciamo (come sta? Che problema ha?). «La fiamma sembra rafforzare la comunità umana, legandone più strettamente i fili», scrive Haskell.

Forse risiede proprio in questo il fascino irresistibile del suono del fuoco: noi veniamo da lì. Quando accendiamo un fuoco, qualcosa di antico si accende anche dentro di noi.

BIBLIOGRAFIA

David George Haskell, scrittore e biologo americano, ne parla nel suo ultimo bestseller: “Il canto degli alberi: storie dei grandi connettori naturali” (Einaudi). Consigliato anche per tante altre cose.