Dolore neuropatico, l’omeopatia funziona

Secondo Nature, Rhus toxicodendron potrebbe aiutare a ridurre il dolore neuropatico. Gli scettici possono prenderne atto?

Rhus toxicodendron

Dato che tutti i giorni sentiamo dire che l’omeopatia non funziona, che non ci sono dati scientifici, parliamo di questo studio pubblicato su Scientific report, giornale del gruppo Nature, da tutti riconosciuto come inattaccabile dal punto di vista scientifico. Studi di laboratorio dimostrano che Rhus Toxicodendron, in forma omeopatica, ha effetti biologici significativi nell’alleviare il dolore neuropatico.

Un doloroso problema, non risolto

Il dolore neuropatico colpisce molte persone, e vi è una continua ricerca di nuovi trattamenti. La patologia si manifesta con anomalie sensoriali come disestesia, iperalgesia, allodinia (basta un semplice tocco, solitamente innocuo, per provocare dolore). I pazienti sono in crescita in tutto il mondo con l’aumento della popolazione anziana, con una maggiore sopravvivenza alla chemioterapia antitumorale e con un progressivo aumento dell’incidenza del diabete mellito. Ma nonostante l’emergere di nuove tecnologie, la scoperta di farmaci e i progressi nel campo delle neuroscienze, la gestione del dolore neuropatico con rimedi sicuri ed efficaci è ancora un problema irrisolto.

L’omeopatia sulla lista nera

E a questo punto entra l’omeopatia con Rhus Toxicodendron. Rimedio ben noto per la sua azione antinfiammatoria e analgesica. Ma, appunto, essendo omeopatico, è sulla lista nera degli “scettici blu”. Come fa a funzionare – dicono – se il principio attivo è ultra-diluito? Sentenza: non può avere alcuna azione farmacologica. Invece, sì, ce l’ha. La sua azione biologica è simile a quella di Gabapentin, farmaco convenzionale molto usato nel dolore neuropatico. Con la differenza sostanziale che il medicinale omeopatico risulta privo di effetti collaterali, più sicuro.

Le prove d’efficacia esistono

«Questa ricerca è solo l’ennesima conferma dell’efficacia dell’omeopatia», dichiarano congiuntamente i Presidenti delle undici associazioni e società scientifiche di medicina complementare più rappresentative in Italia. «Una medicina che continua a raccogliere continue prove cliniche di efficacia e testimonianze reali dei benefici sui pazienti, ma che viene osteggiata da personaggi senza scrupoli disponibili a qualunque cosa piuttosto che accettare le evidenze». Come nel caso di Rhus Toxicodendron, spesso detta Edera velenosa (una pianta nell’immagine).

Primo: combattere la sofferenza

In effetti le prove scientifiche dovrebbero valere per tutti, o almeno seminare qualche dubbio nella mente dei “nemici giurati” dell’omeopatia. Il dolore neuropatico va combattuto in tutti i modi, perché causa tanta sofferenza. Servono altri approfondimenti, studi clinici sull’uomo? Benissimo, facciamoli! Sono indagini estremamente costose, chi ci mette i soldi? Non certo Big Pharma…

Magar S. et al. Scientific Reports, 10 settembre 2018