Tre mosse a tavola per bloccare l’aterosclerosi

La partita si gioca sull’infiammazione di basso grado che apre la strada anche all’aterosclerosi: si riduce ricorrendo ad acidi grassi polinsaturi, ai carboidrati a basso indice glicemico e con l’alcol a dosi moderate.
Se ne è parlato di recente a Palermo in occasione del simposio “Nutrition and Inflammation” organizzato dalla Nutrition Foundation of Italy (NFI). L’incontro intendeva fare chiarezza e suggerire scelte nutrizionali concrete per la prevenzione (1). Vediamo le conclusioni partendo dagli acidi grassi essenziali.
1 – Grassi Polinsaturi. «E’ confermata la necessità di aumentare l’assunzione di acidi grassi polinsaturi omega-6», spiega Andrea Poli, presidente di NFI. Gli omega-6 non solo non hanno effetti pro-infiammatori ma svolgono una specifica azione antinfiammatoria purché assunti in quantità adeguate (circa 10 g al giorno). Questi grassi si trovano negli oli vegetali (mais, girasole, vinacciolo) e nella frutta secca a guscio (mandorle, pistacchi, noccioli, pinoli).
Sì anche agli omega-3 (presenti nelle noci e nei pesci), poiché anch’essi dotati di un effetto antinfiammatorio. E’ importante, però assumere tutti questi alimenti con costanza e tempi prolungati.
Gli acidi grassi saturi favoriscono invece l’infiammazione quando vengono assunti in quantità elevate e costanti (2).
2 – Carboidrati. Non escludere i carboidrati dalla dieta ma preferire quelli a basso indice glicemico. Quindi, ad esempio, sì alla cottura al dente e comporre i piatti con verdure, oli vegetali e legumi. In quanto al riso preferire il parboiled o a chicco grosso cotto al dente.
A lungo termine, un’alimentazione a basso indice glicemico comporta importanti benefici tra cui:
– Migliora la glicemia dei diabetici
– Riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari
– Migliora i livelli di colesterolemia
– Si abbattono gli indici d’infiammazione quali la Proteina C Reattiva, più di quanto accada con farmaci di grande impiego come le statine e alcuni antidiabetici (3).
3 – Alcol. Sì al consumo intelligente di dosi moderate di alcol negli adulti: per “moderato” si intende 2-3 drink al giorno per gli uomini e 1-2 drink per le donne. Il drink può essere un bicchiere di vino da 150 ml, oppure una lattina di birra, oppure un bicchierino di superalcolico da 40 ml, ciascuno pari a 12 grammi di etanolo. Non bere fuori dai pasti.
Se non si superano questi limiti sono dimostrati i seguenti benefici:
– Miglior controllo dei marker infiammatori
– Riduzione del rischio di ischemie cerebrali e cardiovascolari
– Protezione nei confronti di demenze e Alzheimer
– Effetti positivi sulla densità ossea (prevenzione dell’osteoporosi)
– Riduzione della mortalità per tutte le cause (4).
Il comunicato completo sul sito NFI: www.nutrition-foundation.it
(1) Il simposio si è tenuto nell’ambito del First Meeting of the Multinational Chapter
of the International Union of Angiology, IUA, sotto la presidenza di Salvatore Novo,
direttore, Cardiologia, A.O.U. Policlinico “Giaccone”, Palermo
(2) Ulf Risérus, Clinical Nutrition and Metabolism, Dept. of Public Health
and Caring Sciences, Uppsala University, Sweden
(3) Livia Augustin, Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Center, St. Michael’s Hospital, Toronto, Ontario, Canada
(4) Giovanni de Gaetano, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, IRCCS, istituto Neurologico Mediterraneo NEURoMED, Pozzilli, Isernia