Cavoli e Co.: altri motivi per metterli nel piatto

Negli ultimi tempi si nota una grande attività di ricerca su cavoli e altre Brassicaceae. Si indaga sulle potenzialità preventive contro malattie purtroppo frequenti e in alcuni casi ancora letali, come tumori e incidenti cardiovascolari.
Breve premessa. Tutto gira attorno agli effetti antiossidanti e antinfiammatori che, per vari motivi, sono coinvolti nella genesi di tali malattie.
Stiamo parlando soprattutto dei broccoli (Brassica oleracea L. var. italica, cioè il ‘Broccolo romanesco’ quello che vedete sempre al supermercato, nella foto), ma anche di cavolfiore, cavoletti di Bruxelles, cavolo rosso, cavolo cappuccio (cioè i crauti), cavolo rapa, e una serie di altri vegetali, persino la rucola. Le Brassicaceae sono anche dette Crucifere.
Da un nuovo studio* emerge che il consumo di questi vegetali si associa alla riduzione dell’infiammazione, come visto dai markers sanguigni. Commentando questi risultati, così dice Neil Barnard presidente del Physicians Committee for Responsible Medicine (http://www.pcrm.org) e professore alla George Washington University:
«Invece di pensare a una piccola porzione di vegetali per ogni pasto, perché non due? Una combinazione davvero notevole può essere verde e arancione. Misceliamo i colori. Puoi scegliere broccoli e patata dolce, oppure cavoletti di Bruxelles e carote, oppure ancora cavolfiore e carote».
Intanto altri studi approfondiscono il potenziale di prevenzione delle Crucifere sui tumori.
Il primo**, Harbin Medical University (Cina), rileva che i broccoli nostrani, insieme alla varietà cinese e Savoy (il cavolo di Savoia o lombardo: insomma è la verza), sono i più dotati di attività antinfiammatoria. Questi Autori ricordano anche che i succhi di cavolo, sedano e carota sono spesso inclusi commercialmente nelle diete di dimagrimento. Ma anche per migliorare l’apporto di ferro.
Un altro studio recente***, di un’università inglese e più commerciale (ma non stupido), cerca di capire quale, tra tutte le Crucifere, è la migliore per la prevenzione dei tumori. Gli studi precedenti indicavano che i glucosinolati, presenti in questi vegetali, riducono il rischio tumorale ma anche di altre malattie correlate all’avanzare dell’età.
Osservano che effettivamente si vedono effetti metabolici che possono contribuire alla riduzione del rischio di cancro. Va anche detto che, in questo caso, si studiavano i cavoli HG, cioè particolarmente ricchi di composti preventivi (si tratta di biotecnologia, non è l’unico caso). Benissimo, ma noi possiamo approfittare dei nostri cavoli che crescono nell’orto, e costano anche meno.
* Yu Jiang et al, Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, published online 17 marzo 2014
** S. Rokayya et al, Asian Pac J Cancer Prev,14 (11), 6657-6662
*** Armah C et al, Am J Clin Nutr. Sep 2013; 98(3): 712–722