Fungo Reishi, anche protezione cerebrale?

Se seguiamo la stampa medica specialistica, notiamo ultimamente grande attività sul fungo Ganoderma lucidum, il Reishi. Le ultime novità.
Troviamo studi di tutti i tipi, anche sui ratti che sarebbe meglio lasciare in pace. In generale, si vede che questo fungo stimola il sistema immunitario e potenzia le difese contro aggressioni di patogeni (batteri, virus) e cellule tumorali.
Va anche detto che negli ultimi tempi oltre al ‘lucidum’, già commercializzato in Occidente, c’è interesse su specie affini di Ganoderma come ‘atrum’, ‘mastoporum’ e ‘glabra’.
Effetto neuroptotettivo
In particolare, tra le varie acquisizioni, emerge anche un effetto neuroprotettivo. E questo è considerato molto interessante perché, per quanto ci sia dati da fare, ancora oggi non si riesce a trovare un modo per prevenire o ridurre il rischio di malattie disastrose come l’Alzheimer e il Parkinson.
Uno dei problemi, secondo la medicina scientifica, è il seguente: ad un certo punto, dopo tanti insulti, le cellule decidono di spegnersi, di morire. Il fenomeno si chiama ‘apoptosi’. Quando questo accade a livello neuronale, o della glia, a lungo andare e con l’invecchiamento, si vede una perdita di neuroni che caratterizza queste malattie degenerative cerebrali. Purtroppo, le conosciamo tutti perché qualche parente o conoscente le ha subite.
I meccanismi sono complessi, si cerca di capirne di più, anche osservando che cosa accade alle cellule neuronali in provetta quando vengono esposte ai vegetali che la medicina tradizionale cinese indica come neuroprotettive.
L’ultimo studio, effettuato dall’Università di Sydney in Australia, conferma che Ganoderma lucidum (il Reishi) e la variante ‘glabra’ proteggono le cellule cerebrali dall’apoptosi. Si tratta di studi su cellule, ancora lontani dalla valutazione della clinica moderna.
Lo studio australiano: l’ispirazione viene dalla Cina.
Gli autori australiani hanno voluto controllare se alcuni vegetali hanno potenzialità neuroprotettive. Vegetali non scelti a caso: sono quelli indicati da un testo fondamentale della cultura medica cinese: il Ben Cao, risalente a duemila anni fa. Il libro cattura tutte le conoscenze sull’uso medico delle erbe, frutto di molti secoli di sperimentazioni ed uso comune, in Cina.
Ben Cao descrive l’azione di 365 farmaci, in gran parte di origine vegetale. Sono quelli che all’epoca risultavano più efficaci dal punto di vista medico. Molti di loro si distinguono per l’azione antiossidante, tra i primi il Reishi anche detto Lingzhi.
Questo fungo non è ancora abbastanza esplorato. Risale a pochi mesi fa l’annuncio della scoperta di un nuovo principio attivo, un triterpenoide. Ricco di sostanze di interesse medico, probabilmente quello che fa la differenza non è tanto la singola sostanza, seppure ce ne siano molte di grande interesse, ma l’azione concertata di tutti i principi attivi, quello che si chiama il ‘fitocomplesso’.
BMC Complementary and Alternative Medicine, dicembre 2013