Perchè l’uomo e la donna hanno una regolazione dell’appetito differente?

Le differenti risposte ormonali tra uomo e donna e la genetica morfologica sono tra i principali fattori che contraddistinguono le diverse dinamiche metaboliche. 

La donna, come ben sappiamo, detiene il ruolo biologico di allevamento della prole, e presenta una conformazione fisica cosiddetta “ginoide”, che le permette di conservare più scorte energetiche negli adipociti consentendo la possibilità di poter essere sempre pronta ad allattare il neonato e fornire nutrimento al nascituro. A favorire questi depositi di adipe nella donna sono proprio gli ormoni estrogeni; per questo, ritroviamo tendenzialmente più percentuale di massa grassa e meno di massa muscolare rispetto all’uomo, che presenta invece più zone di massa muscolare di facile sviluppo. Nell’uomo il testosterone, ormone anabolizzante, è responsabile della presenza di maggiore massa muscolare a cui segue un incremento metabolico, proprio perché avere più muscoli comporta spendere di più in termini di energia, anche a riposo.

La donna e l’uomo hanno una regolazione dell’appetito differente e il motivo è l’alternanza degli ormoni femminili durante il ciclo ovarico, che comporta modifiche nella secrezione degli ormoni anoressizzanti ed oressizzanti.

La presenza di un’alta concentrazione di estrogeni, ad esempio, durante il periodo periovulatorio del ciclo ovarico causa una diminuzione del consumo di cibo. Le differenze fra i due sessi, però, sono mediate anche da alterazioni della capacità oro-sensoriale, dall’aspetto edonistico del cibo, e da ormoni come la grelina, il CCK, il GLP-1, il glucagone, l’insulina, l’amilina, l’apolipoproteina A-IV, l’ossidazione degli acidi grassi e la leptina, approfonditi meglio nello studio.

La ricerca ha dimostrato le differenze medie ponderate nell’assunzione di cibo tra la fase luteinica e quella periovulatoria, che erano di circa 275/kcal al giorno, e quelle tra la fase medio-follicolare e luteale di 228 kcal/giorno, dimostrando appunto che gli estrogeni generavano una riduzione dell’intake energetico, della dimensione del pasto e del peso corporeo, rispetto al progesterone che aveva un’azione opposta.

Trovi l’articolo completo del dott. Francesco Garritano sul numero 125 de L’altra medicina.