I cibi fermentati possono curare il microbiota?

Alla luce della recente consapevolezza microbica le fermentazioni artigianali in naturopatia assumono un elevata importanza oggi supportata da innumerevoli studi, evidenze scientifiche e studi osservazionali. 

La Dott. Nataschia Campel Mc Bride medico specializzato in neurologia e scienza dell’alimentazione già dodici anni fa nel suo libro “ la dieta Gaps” o “sindrome pisco intestinale” evidenziava come l’ultizzo di cibi e bevande fermentate assieme a un’alimentazione sana, naturale, nutriente e di facile assimilazione fosse una valida terapia atta a migliorare condizioni quali l’autismo, la disprassia, i disturbi dell’attenzione, l’iperattività, la dislessia, le autoimmuni, la depressione e la schizofrenia.

In associazione con l’alimentazione  di segnale o dieta Gift del Dott. Luca Speciani nella pratica terapeutica consente di avviare con l’assistito un percorso di cura del terreno, riabilitativo non solo delle funzionalità intestinali ma anche di un riequilibrio delle attività metaboliche atte a consolidare i risultati raggiunti.

L’insieme dei due approcci che definisco Nutrizione Rigenerativa risulta capace di attivare efficacemente la farmacia interna, migliorare le funzionalità intestinali in tempi medio lunghi (dipende dalla condizione di partenza) e migliorare la condizione cognitiva ed emotiva in tempi brevi. I cibi fermentati o probiotici naturali ne costituiscono il supporto e sono da considerarsi allo stato dell’arte alimenti funzionali e nutraceutici.

La fermentazione è uno dei più antichi ed economici metodi di preparazione del cibo nel mondo e gli alimenti fermentati si potrebbero definire come il primo prodotto alimentare processato consumato dagli esseri umani. Storicamente, la fermentazione alimentare era utilizzata come metodo di conservazione, poiché la generazione di metaboliti antimicrobici (ad esempio acidi organici, etanolo e batteriocine) inibisce il rischio di contaminazione con microrganismi patogeni. Ma veniva anche utilizzata per migliorare le proprietà organolettiche (ad esempio, gusto e consistenza) di alcuni alimenti come le olive, che non sarebbero commestibili previa fermentazione in quanto ricche di composti fenolici amari. Le diverse variabili del processo di fermentazione tra cui i microrganismi, gli ingredienti nutrizionali e le condizioni ambientali, danno origine a migliaia di diverse varianti di alimenti fermentati.

Trovi l’articolo completo di Salvina Favara sul numero 124 de L’altra medicina