Abbiamo tutti un lato oscuro?

lato oscuro

 Tra manichei, che hanno sempre chiaro cosa sia giusto o sbagliato, e taoisti, che vedono nella contrapposizione il senso della realtà, può essere importante lavorare su sé stessi ricordando che il proprio lato oscuro non è sempre necessariamente negativo.

La visione Taoista

La visione taoista, simbolizzata dal noto simbolo del tao, ritiene che non ci sia, né possa esserci, bene senza male, né male senza bene.
Le due distinte visioni di come sia la realtà esterna trovano naturale analogia in come noi stessi si ritiene di essere, o di dover essere.

A un primo livello, la trasposizione in sé della lotta tra il bene e il male, si limita al domandarsi da che parte vorremmo schierarci. In questo modo di vedere, con facilità si finisce col credere che noi si sia scelto il bene e altri, non sempre ben definiti, siano dalla parte del male.

Più spesso ancora, piuttosto che scegliere una fazione e seguirne le supposte regole, è frequente credere che noi già si sia dalla parte del bene, che si pensi e agisca sempre nel modo corretto, e che in errore sia chi pensa o agisce diversamente.

Il nostro lato oscuro: essere umano buono o cattivo?

Per quanto diffusa, questa è naturalmente una visione estremamente ingenua. Non solo perché si arroga di sapere meglio degli altri come stanno le cose, ma anche e soprattutto perché guarda agli esseri umani come entità monolitiche, prive di sfaccettature.

Un riduzionismo cha appiattisce a un unico livello dicotomico, nel quale ogni essere umano è o buono, o cattivo. Solo che non esistono gli esseri umani tout court buoni o cattivi ma, più realisticamente, siamo tutte persone al contempo buone e cattive, a seconda del momento, del contesto, del riferimento valutativo, eccetera.

Gli aspetti di noi che non conosciamo possono inconsciamente portarci a comportamenti “sbagliati” e dovremmo pertanto impegnarci a conoscerli meglio, per crearci un dialogo piuttosto che negarli e in tal modo lasciarli agire indisturbati; dall’altro però non ha senso ritenere che ciò che non si conosce sia necessariamente foriero di aspetti negativi. Tutt’altro.

Trovi l’articolo completo di Benedetto Tangocci sul numero 127 de L’altra medicina.