L’ipercortisolismo e il tipo costituzionale “cocomero”

Chi soffre di ipercortisolismo, ovvero di un’eccessiva produzione e concentrazione di cortisolo nell’organismo, spesso presenta la forma tipica cosiddetta a “cocomero”: gambe sottili, pappagorgia marcata, gibbo posteriore e ventre globoso. Il metodo Rimodrena è un’insieme coordinato di interventi di agopuntura, fitoterapia, rotazioni alimentari e massaggio connettivale basato sui tipi costituzionali, che può aiutare nella cura dell’ipercortisolismo. 

Come funziona il cortisolo

Il cortisolo è l’ormone con cui fronteggiamo lo stress quotidiano: cerchiamo qui di capire come funziona in ottica PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologica). Nel 1936, Hans Selye dimostrò che la reazione di stress (con corrispondente produzione di cortisolo) è indipendente dalla natura dello stimolo. Ricerche successive rafforzarono il concetto dimostrando che lo stress può essere attivato da fattori fisici, infettivi, psichici. Indipendentemente dal tipo di agente stressante, si attiva una reazione neuroendocrina e neurovegetativa che libera ormoni e neurotrasmettitori dalle surrenali.

A metà degli anni Settanta, il fisiologo tedesco Hugo Besedovsky dimostrò che la reazione di stress, con l’aumento della produzione del cortisolo da parte delle surrenali, causa una soppressione della risposta immunitaria. Fu stabilito così il primo collegamento biologico tra cervello, stress e immunità. Nella seconda metà degli anni Ottanta, il fisiologo statunitense Edwin Blalock dimostrò che i linfociti hanno recettori per gli ormoni e i neurotrasmettitori prodotti dal cervello e che, al tempo stesso, producono ormoni e neurotrasmettitori del tutto simili a quelli cerebrali. Venne così dimostrata la comunicazione bidirezionale tra cervello e immunità.

Se nel breve periodo il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina (catecolamine) hanno un effetto tonificante anche sull’immunità, nel medio-lungo periodo, queste sostanze collocano la risposta immunitaria su una posizione inadatta a combattere virus e tumori. Analogamente, la disregolazione dell’asse dello stress può favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo.

Cronobiologia e fisiologia del cortisolo

Il cortisolo raggiunge un picco massimo alle 8 del mattino e poi altri 3 picchi durante la giornata intorno alle 12, alle 16 e alle 20. Nel corso della notte l’attività è quasi nulla. Lo sfasamento del ritmo del cortisolo è una possibile causa di ridotta tolleranza al glucosio, ridotta sensibilità e secrezione insulinica. Un sonno alterato può essere dunque contemporaneamente causa ed effetto di un incremento nella secrezione di cortisolo.

Le azioni che svolge il cortisolo nell’organismo umano sono quelle che lo attivano verso una reazione di lotta o fuga (fight or flight) e che quindi prevedono le seguenti trasformazioni:

  • Aumento della ritenzione idrica (per allontanare il rischio di dissanguamento in caso di ferite)
  • Aumento della glicemia (per affrontare un lungo combattimento)
  • Deplezione muscolare (per contribuire a innalzare la glicemia attraverso la gluconeogenesi)
  • Aumento dei grassi nel sangue (per apportare più energia)
  • Abbattimento delle funzioni immunitarie (per risparmiare risorse)

In pratica l’organismo si trasforma in “war mode” per affrontare il combattimento. La differenza abissale che distingue la scarica cortisolica dell’uomo primitivo rispetto a quello moderno è che nella preistoria la lotta o la fuga c’erano effettivamente, e permettevano di scaricare la “pistola carica” costruita dal cortisolo. Per l’uomo moderno invece i fattori di stress sono di tipo psicologico (il lavoro, scadenze fiscali, relazioni familiari o con colleghi) e non può esserci alcuna azione fisica. Finita l’emergenza, l’uomo moderno dovrà quindi smaltire da qualche parte gli zuccheri e i grassi accumulati.

Il “cocomero”: caratteristiche fisiche e metaboliche

L’ipercortisolico si presenta con l’addome sporgente, spesso un po’ globoso come un piccolo cocomero, ma contemporaneamente con gambe sottili, a causa della carenza di massa muscolare. Parimenti assente è la differenza vita-fianchi, proprio a causa dell’allargamento dell’addome. Sono poi presenti occhiaie a causa della marcata ritenzione idrica, ed è visibile la pappagorgia come doppio mento.

L’ipercortisolico è mediamente più difficile da far dimagrire rispetto ad altri tipi costituzionali. Il metabolismo del “cocomero” è dominato infatti da un’iperglicemia marcata, accompagnata da dislipidemia (colesterolo e trigliceridi alti), ipertensione, ritenzione idrica, abbattimento immunitario e deplezione muscolare. Il paziente soffre spesso di fame “nervosa”, che in realtà è  una diretta conseguenza dell’azione del cortisolo (che mette in circolo glucosio dalle scorte di glicogeno e di proteine, e che poi vuole giustamente ricostituire), con la conseguenza di un rapido ingrassamento.

Fitoterapia e terapia minerale costituzionale per l’ipercortisolismo

All’interno del sistema “Rimodrena” sono numerosi i principi fitoterapici e minerali che si utilizzano per aiutare chi soffre di ipercortisolismo. Innanzitutto è necessaria un’azione calmante: la si può ottenere con il biancospino, la melissa e l’olio essenziale di arancio dolce. Il biancospino agisce modulando la contrattilità e l’elasticità delle arterie; l’olio essenziale di arancio dolce agisce sulle tensioni muscolari; mentre la melissa ha un’azione rilassante più specificamente psichica. 

Tra gli oligoelementi, il magnesio esercita un’azione miorilassante importante (la rigidità fisica sappiamo quanto spesso diventi rigidità psichica e viceversa), e può aiutare anche in caso di stipsi (uno dei tanti problemi di questo tipo di paziente), mentre il cromo (uno dei costituenti del “Glucose tolerance factor” nel sangue) può aiutare per quanto riguarda l’iperglicemia, insieme a cannella, berberis e banaba.

Adeguate dosi di fosfatidilserina (sostanza estratta dalla soja) assunte per via orale sono in grado di proteggere la perdita di memoria dovuta a stress, che è un altro degli effetti sgraditi dell’eccesso di cortisolo. Vi sono poi anche dei batteri (Lactobacillus helveticus e Bifidobacterium longum) che sono in grado di ridurre il cortisolo urinario, in soggetti sani, fino al 13% e che possono essere assunti come probiotici mirati per gli individui più stressati.

Il massaggio connettivale previsto dal percorso Rimodrena per il tipo costituzionale “cocomero” prevede infine l’uso dell’olio essenziale di Salvia sclarea (in aggiunta all’olio base), che in alcuni lavori su donne ha mostrato un effetto documentato di riduzione del cortisolo circolante fino al 36%.

Come sempre il consiglio per correggere uno squilibrio di tipo costituzionale è di non limitarsi all’aspetto fitoterapico o minerale, ma di fare uso di tutti gli strumenti disponibili per ridurre il danno e stare meglio. Tra questi rientrano la meditazione, la psicoterapia antistress e sane abitudini come mangiare tranquilli e senza distrazioni, dormire il giusto numero di ore, evitare arrabbiature e tensioni inutili, non porsi obiettivi irraggiungibili. Un intervento di successo deve poi tenere conto dell’impianto costituzionale del paziente. Un bravo medico deve sempre inquadrare il paziente da questo punto di vista, perché la strategia d’intervento sia individualizzata e mirata alle specifiche problematiche di quell’individuo.

Tratto da un articolo del dottor Luca Speciani e della dottoressa Lyda Bottino sul numero 91 de L’Altra Medicina (dicembre 2019/gennaio 2020), acquistabile online.