Il ballo come terapia

Danzare non è un hobby come un altro. Soprattutto in età adulta, il ballo è una terapia per il corpo e per la mente: ti scopre, tira fuori la tua personalità e la mette in luce. Il ballo è fatto di sensualità, movimento, attenzione, slancio, passione, tecnica e anche spensieratezza. 

Vantaggi per il corpo

Un’attività fisica con la musica è molto completa, con effetti positivi su tutto il corpo. Il consumo calorico di un’ora di ballo di sala va dalle 150 alle 200 calorie; con i balli caraibici si arriva alle 250/300 calorie, mentre con la zumba si toccano anche le 400 calorie. A questo si aggiunge un impegno muscolare di tutto il corpo (con protezione della massa magra) e la sollecitazione della struttura osteoarticolare (prevenzione dell’osteopenia e allenamento propriocettivo).

Vantaggi per la mente

Il ballo è una terapia a livello mentale: favorisce la socializzazione, il contatto, rompe le barriere e i blocchi. Grazie al flusso endorfinico che innesca, è anche una splendida medicina antidepressiva. Certi balli, come la samba, il flamenco e il tango, rappresentano poi un intero mondo culturale, e sono diventati un linguaggio potente che supera i confini geografici e le differenze generazionali. 

La TangoTerapia

Proclamato patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco nel 2009, il tango argentino è una forma d’arte che comprende danza, poesia e canto. Ed è proprio a questo ballo che si ispira il percorso terapeutico della TangoTerapia contro la fibromialgia. Parte centrale di questo percorso non è la tecnica, ma l’accettazione e il superamento della difficoltà insita nella patologia.  L’espressione di sé, la riappropriazione dell’ambiente, la percezione del dolore, il superamento del disagio, tutto viene rivisto attraverso il filtro della musica, del movimento, della socialità. Soprattutto nelle situazioni di dolore cronico, rappresenta una risorsa preziosa per un approccio esistenziale creativo e ludico alla propria patologia. Inoltre il tango in questa forma è accessibile praticamente a ogni paziente, indipendentemente da età, condizioni fisiche e abilità cognitive.

Tratto da un articolo di Antonella Carini sul numero 93 de L’Altra Medicina (marzo 2020), acquistabile in edicola e online.