La pressione arteriosa e la Medicina di Segnale

La pressione arteriosa è un reale fattore di rischio cardiovascolare. Il medico di segnale tuttavia tende a non sopprimere il sintomo con farmaci ma ad intervenire sullo stile di vita, spesso con molta più efficacia

di Carlo Maggio

Una domanda facile: “Hai mai visto uno sfigmomanometro a mercurio (obsoleto strumento per misurare la pressione arteriosa)?”. Probabilmente sì, dai! Anzi mi dirai che si tratta di un reperto del passato in quanto il mercurio è uno dei prodotti chimici più pericolosi per la salute. Vero, ma preparati, adesso arriva la domanda difficile. “Sai quale valore massimo segna la colonnina di mercurio della maggior parte di questi vecchi apparecchi? Te lo dico io, in lettere e in cifre: “Trecento – 300 mmHg (millimetri di mercurio)”. Un gran bel numero. Ricorda i famosi spartani che fermarono i persiani nella battaglia delle Termopili. Ebbene, non ci crederai, ma durante un’esercitazione in corsia da studente in medicina, quasi 40 anni or sono, misurando la pressione a una signora con insufficienza renale mi accorsi con sgomento che la pressione massima era di 300 mmHg, proprio in cima alla colonnina. Fortunatamente, queste Termopili pressorie oggi non si vedono più, grazie anche ai farmaci per carità, ma non è tutto rose e fiori. Siamo nell’era delle montagne russe. Aumenta il consumo di zucchero, di carboidrati raffinati e di sale, sale, sale e, di colpo, giù a precipizio con valori pressori sempre più bassi per identificare un paziente iperteso.

Le ultime linee guida statunitensi etichettano un paziente come iperteso se i suoi valori pressori sono ripetutamente sopra i 130/80 mmHg. Mal comune, mezzo gaudio? No grazie, preferisco un’altra soluzione. Meglio noi tutti naturalmente sani. Mission impossibile? Tutt’altro. La Medicina di Segnale ci insegna che la dieta, l’attività fisica e lo stile di vita salutare sono in grado di prevenire moltissime malattie e evitare o, quantomeno, di ridurre il consumo dei farmaci, nei casi in cui sono strettamente necessari. Ed ecco l’immancabile decalogo per ridurre il rischio che la pressione arteriosa si trasformi nel pericoloso killer silenzioso, detto ipertensione arteriosa. 1) Innanzitutto, il sale di cui dobbiamo limitare l’introito giornaliero a 5-6 grammi. Attenzione soprattutto al sale nascosto negli alimenti: formaggi, salumi, cibi in scatola, prodotti da forno (la pizza), olive, capperi, e così via. Leggi le informazioni nutrizionali. Quando un alimento ha un contenuto superiore a 120 mg di sodio per 100 grammi guardati intorno, magari c’è qualcosa di meglio. 2) Non esagerare con il vino. Massimo 150 ml giornalieri per le donne e 300 ml die per gli uomini. Superalcolici? Li versi in un contenitore di vetro, ci metti lo dentro lo stoppino e li usi come lampada. 3) Il fumo, come sai, è il nemico numero uno. Anche quello passivo (di seconda mano, come dicono gli anglofoni) è un pericolo pubblico. Tolleranza zero. 4) Lo zucchero? Tolleranza zero come con il fumo. In questa malfamata categoria un fuoriclasse è la bevanda arricchita di zucchero: lattina, vetro o plastica non ha importanza. È il contenuto che inquina immediatamente il nostro organismo! Un rituale simpatico durante le cene con il dottore è quello di gettare via la bustina che inevitabilmente accompagna la tazzina del caffè. 5) Tolleranza zero-zero anche per le farine raffinate. Molti studi dimostrano l’assioma che sostituirle con farine integrali apporta una sensibile riduzione della pressione arteriosa. 6)  Uno dei più potenti rimedi per ridurre la pressione arteriosa è dimagrire. Bada bene: l’ABC della Medicina di Segnale ci dice che perdere peso può non essere salutare se parliamo di deperimento, ovvero calo ponderale con perdita significativa della massa muscolare.

L’Alimentazione di segnale consiglia la dieta normocalorica abbinata a una scelta ponderata della qualità, quantità e distribuzione nella giornata degli alimenti. Tutto sotto il controllo della composizione corporea con l’aiuto della bioimpedenziometria, quasi il miglior amico dell’uomo, dopo il cane ovviamente. A febbraio visito un paziente obeso (105 kg) che mi ha chiesto una dieta perché affetto da ipertensione arteriosa (150/90 mmHg) e decidiamo insieme di optare per un programma dietetico e di attività fisica. A maggio, nella visita di controllo, ha perso 10 kg di massa grassa, muscolo intatto, PA 105/70 mmHg. Sembra incredibile, vero? Dopo tutte queste “negazioni” arrivano le cose che puoi e devi fare. 7) Aumenta le proteine a scapito dei carboidrati. Alcuni studi scientifici supportano questa scelta alimentare, soprattutto se le proteine sono di origine vegetale.  8) Ricordati che esiste la frutta e la verdura, “sorgenti” di fibre, di minerali, vitamine e di fitonutrienti. Non a caso, in uno degli studi sulle cause dell’infarto (INTERHEART Study) la frutta e la verdura sono annoverate nella lista dei “buoni” e considerate un portentoso fattore protettivo. 9) Se vuoi calare l’asso in tavola allora muoviti e pratica un’attività fisica regolare. Sono sufficienti 150 minuti settimanali di attività fisica aerobica moderata-intensa. Se vuoi fare le cose per bene, aggiungi l’attività fisica per la forza, per l’equilibrio e lo stretching. 10) In ultimo, ma non meno importante, arriva l’armonia psiche-soma. Intendo tutta una serie di discipline che modulano il sistema neurovegetativo e influenzano tutto il nostro organismo secondo il paradigma PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia). Ad esempio, meditazione, respirazione, yoga, tai-chi sono alcune delle numerose attività che determinano una sensibile riduzione della pressione arteriosa. In conclusione, sebbene mantenere la salute possa essere talvolta complesso, è anche vero che spesso abbiamo le risposte a lettere cubitali davanti ai nostri occhi e, come diceva Winston Churchill: “A volte l’uomo inciampa nella verità ma, nella maggior parte dei casi, si rialza e cammina per la sua strada”.

 

Bibliografia

Whelton Pk, et al. 2017 ACC/AHA/AAPA/ABC/ACPM/AGS/APhA/ASH/ASPC/NMA/PCNA Guideline for the Prevention, Detection, Evaluation, and Management of High Blood Pressure in Adults. A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines. Hypertension. 2017;00:e000-e000.

Brown IJ, Stamler J, Van Horn L et al. Sugar-Sweetened Beverage, Sugar Intake of Individuals, and Their Blood Pressure. International Study of Macro/Micronutrients and Blood Pressure. Hypertension. 2011; 57: 695-701.