Dieta Sirt – perchè i regimi ipocalorici non funzionano

Seguita da personaggi famosi come Adele, Pippa Middleton e Lorraine Pascale, la dieta Sirt si basa sull’azione di un gruppo di proteine chiamate sirtuine (da qui il nome Sirt) capaci di attivare una famiglia di geni correlati all’attivazione del metabolismo. Se opportunamente stimolati, aiuterebbero l’organismo a bruciare più facilmente e velocemente le calorie assunte con il cibo. In altre parole, aiuterebbero a dimagrire.

Dieta Sirt: due fasi

La dieta Sirt, ideata dai nutrizionisti Aidan Goggins e Glen Matten, prevede l’introduzione di specifici alimenti (cibi Sirt). È costituita da due fasi con due regimi alimentari diversi. La prima fase dura una settimana ed è caratterizzata da una riduzione drastica delle calorie (intorno alle 1000/1500 calorie) e da una limitata attività fisica. Risultato? Una perdita di circa tre chili – che immaginiamo essere di muscolo, dato l’effetto demuscolante dei regimi ipocalorici.

La seconda fase della dieta dura due settimane e serve a consolidare il dimagrimento del periodo precedente. In questo periodo di mantenimento è bene assumere altri cibi Sirt, come cioccolato fondente, vino rosso, agrumi, caffè, mirtilli, capperi, tè verde, soia, cavoli, fragole.

I risultati

Dicono Goggins e Matten che gli attivatori delle sirtuine avrebbero diversi benefici per la salute: soppressione dell’appetito, miglioramento della memoria, controllo degli zuccheri. Il legame tra produzione di sirtuina e dimagrimento – così come quello tra specifici geni e dimagrimento – è tuttavia tutt’altro che certo e parlare di “geni magri” può essere molto fuorviante.

L’unica evidenza dell’efficacia dei cibi Sirt rispetto al dimagrimento è una sperimentazione clinica citata nel libro, effettuata in una palestra privata su un campione di appena 39 persone, seguite per 7 giorni, che hanno perso circa 3 chili. Il che sarebbe avvenuto con qualunque dieta ipocalorica da 1000 kcal/die senza bisogno di scomodare la genetica. Se a questo si aggiunge il rischio (concreto) che in fase di mantenimento le persone si ingozzino di vino e cioccolato (alimenti consentiti) pare davvero di essere fuori strada. Il nostro consiglio è quello di affidarsi a medici e nutrizionisti che lavorano sui segnali metabolici, evitare le diete ipocaloriche e fare sempre attività fisica.

 

Tratto da un articolo del dottor Luca Speciani e della dottoressa Lyda Bottino sul numero 94 de L’Altra Medicina (aprile 2020), acquistabile in edicola e online.