Si vive più a lungo? Novità importante sulle noci

Uno studio con tutte le credenziali suggerisce che il consumo regolare di noci allunghi la vita. Ora tutti i giornali oltreoceano (nonché inglesi e francesi) ne parlano. Vediamo di che cosa si tratta.
Lo studio è autorevole (il Nurses Health Study), gli autori anche (Harvard) e il giornale scientifico che ha pubblicato il lavoro è tra i 3 giornali più letti in tutto il mondo dai medici, il New England journal of medicine.
Veniamo subito al punto. Abbiamo due risultati:
1 – Chi consuma regolarmente ‘noci’ risulta meno esposto al rischio di morire a causa delle principali malattie dei nostri tempi: cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie. 
2 – Le persone che per anni hanno consumato noci tutti i giorni, a parità di condizioni, vivono più a lungo rispetto a chi non le consuma mai. Meno 20 per cento sulla mortalità globale, che è tantissimo.
I ricercatori precisano che è ancora presto per giungere a conclusioni definitive in merito, ma il nuovo studio porta dati “pesanti” a sostegno delle noci come fattore che concorre alla longevità.
Inoltre, i consumatori di ‘noci’ sono emersi come più attivi e più magri, a tarda età. La “dose” giornaliera è di circa 4-5 noci.
Per ‘noci’ si intende non solo quelle che noi chiamiamo noci (il frutto-seme del nostro noce), ma anche pistacchi, mandorle, anacardi, nocciole, pecan (albero originario dell’America del nord), pinoli, noci di macadamia (vengono dall’Oceania). Il fatto è che si vede come, quanto più si consumino ‘noci’, tanto più ci si possa aspettare di vivere più a lungo (per diversi motivi, su cui si discute ancora).
Approfondimento sullo studio.
Il Nurses Health Study, da cui derivano questi ultimi risultati, in realtà va avanti da molti anni, da quasi quarant’anni. Negli anni Settanta, a Boston, un gruppo di ricercatori ha ideato l’indagine, di tipo osservazionale.
Tanto si scrive sui giornali, ma l’unico modo per essere sicuri di non dare messaggi sbagliati è quello di vedere che cosa succede nella vita reale. Per vedere risultati sulla mortalità occorre molto tempo, e si sa che il marketing non aspetta. Comunque, questa indagine è partita e prosegue fino ad oggi.
E’ accaduto che negli Usa un grande numero di infermieri e di operatori sanitari (più di centomila) hanno dato la loro disponibilità, cosa davvero meritevole. Hanno detto tutto ai ricercatori (che prendevano nota) riguardo al loro stile di vita e all’alimentazione, cose che molti non sono disposti a dire ad altri. Sono passati molti anni, alcuni partecipanti nel frattempo sono morti. Ma i dati raccolti permettono di essere sottoposti ad analisi statistica. Per questo ancora oggi escono studi come quello di cui stiamo parlando. Da anni si pubblicano lavori che orientano le scelte sulla prevenzione, solo per il Nurses Health centinaia di lavori.
Molto di quello che sappiamo sulla prevenzione, al di là di quello che ci piacerebbe che sia, lo dobbiamo a studi come questo.
New England journal of medicine, 21 novembre 2013
http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1307352