Consigli a tavola per rendere la memoria più forte

Un nuovo importante studio emette il verdetto: una dieta basata sui vegetali e gli alimenti ricchi di omega-3 protegge la memoria.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Neurology, la bibbia dei neurologi di tutto il mondo. Sono state seguite per 4 anni 18mila persone con un’età media di 64 anni. Alla fine, il 7% delle persone esaminate aveva sviluppato un deficit cognitivo, che prevede anche un indebolimento della memoria.

Ma le persone che avevano seguito la dieta ricca di vegetali e omega 3 sono risultate meno colpite dai deficit mnemonici. Nessun farmaco è in grado di fare questo, in totale assenza di rischi.

Più nel dettaglio la dieta protettiva non era altro che una versione della dieta Mediterranea. In breve, si tratta di tagliare carne e latticini e di scegliere frutta, verdura e cibi ricchi di omega 3.

Si prevede il consumo del pesce o dell’olio di pesce, che è ricco di omega 3, ma la dieta orienta anche verso cibi vegetali che apportano omega 3. Soprattutto le noci e ancor di più i semi di lino che sono molto generosi di questo nutriente. Anche i legumi (come soia e piselli), i semi di sesamo e alcuni vegetali a foglia verde (spinaci) contribuiscono con la loro quota di omega 3.

Altre fonti vegetali di omega 3.

– Sono molto ricchi di omega 3 i semi di Chia.

– Tra gli oli meglio l’olio di lino ma anche di soia e di canola (olio di colza privo di acido erucico).

– Poi ci sono le alghe, in particolare la klamath, consigliata da qualcuno come integratore.

Per essere sicuri di usufruire al meglio degli omega 3 presenti nei vegetali vi consigliamo la lettura di questo articolo:

http://www.scienzavegetariana.it/medici/acidigrassi.html

Ricordiamo infine che l’effetto sulla memoria non è l’unico beneficio attribuito agli omega 3. Oltre alla ben nota protezione contro infarto e ictus, questi acidi grassi sono attualmente sottoposti ad un’intensa ricerca per i loro possibili effetti contro il cancro, il Crohn, la colite ulcerosa, e altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il lupus.



Lo studio su Neurology:

http://www.neurology.org/content/80/18/1684.abstract?sid=87eb0fc9-60c2-4480-8524-a34855d156d5