Il farmacista di segnale

Il farmacista oggi è sempre più al servizio del paziente e non è più solo un esperto del farmaco. Durante il lockdown, per esempio, il farmacista è diventata la figura sanitaria a cui i cittadini potevano rivolgersi più facilmente per informazioni chiare e supporto.

Le problematiche che mettono in connessione farmaci e patologie sono oggi diventate sempre più frequenti: il farmacista può aiutare a identificare effetti collaterali e a valutare i giusti dosaggi.

Un consulente autorevole

Il paziente si rivolge quindi al farmacista quale consulente autorevole per molte questioni relative alla salute e al benessere. È quindi necessario che il farmacista si specializzi e si formi in vari campi: una su tutte la nutrizione, attorno a cui girano troppe false notizie. La medicina di segnale propone dunque corsi di alimentazione basati su dietaGIFT: una dieta con solide basi scientifiche, che fa riferimento all’Healthy eating plate dell’Harvard Medical School.

Cosa può fare il farmacista di segnale?

Distinguiamo il farmacista che lavora in farmacia e il libero professionista. Il farmacista che lavora in farmacia può informare correttamente i pazienti con patologie strettamente correlate allo stile di vita (alimentazione e movimento) per accompagnarli in un percorso verso un reale e duraturo miglioramento di salute. Cosa che i soli farmaci spesso non fanno.

Intolleranze e sensitivities

Il farmacista può eseguire il questionario anamnestico per il sovraccarico alimentare (QuASA) per individuare le maggiori food sensitivities che affliggono il cliente: è un questionario semplice, veloce e dal risultato immediato.

I test per le intolleranze alimentari sono molto richiesti in farmacia negli ultimi anni e il farmacista deve rispondere con un metodo affidabile e inattaccabile scientificamente. I test utilizzati nelle farmacie sono infatti, a oggi, tutti non convenzionali e quindi in parte criticabili dal mondo scientifico. Può anche eseguire altri tipi di test ed esami sia del sangue (colesterolo, trigliceridi, glicemia) sia funzionali (pressione, microbiota).

E il libero professionista?

Il farmacista che lavori come libero professionista può invece fare consulenze in ambiti in cui abbia una specializzazione universitaria post laurea. Nel caso in cui abbia una specializzazione nel campo della Nutrizione, può:

  1. fare consulenze alimentari. DietaGIFT si presta bene allo scopo perché, oltre ad avere solide basi scientifiche, è una dieta senza grammature e senza menu settimanali. Si tratta più di un’educazione alimentare, quindi rientra perfettamente nell’ambito della consulenza alimentare, come previsto per i farmacisti.
  2. elaborare il questionario QuASA;
  3. affiancare il medico in qualità di esperto del farmaco, nell’ottimizzazione della terapia farmacologica (sostituzioni/deprescrizioni). Come già avviene per una figura molto in voga all’estero chiamata Pharmacist Consultant. D’altronde lavorando sulla modificazione dello stile di vita (inteso come dieta sana e movimento), si ha un forte impatto sulla salute delle persone e sui suoi parametri biochimici. Si rende quindi spesso necessario modificare i dosaggi di farmaci o la loro tipologia.

I percorsi formativi per il farmacista di segnale, QuASA compreso, si possono trovare sui siti dietaGIFT.it e medicina di segnale o scrivendo a formazione@dietagift.it o info@lamaisongift.it

Tratto da un articolo della dottoressa Lyda Bottino sul numero 98 de L’Altra Medicina (agosto-settembre 2020), acquistabile online e in edicola.