Cosa si intende per Sostanza Fondamentale?

La Sostanza Fondamentale è una componente acellulare del tessuto connettivo. È una sostanza ricca di liquido contenente proteine, fibre di collagene ed elastina. Si trova in tutto il nostro corpo sotto la pelle e intorno agli organi.

La Sostanza Fondamentale con le specificità funzionali delle cellule parenchimali tributarie, presentante una particolare architettura multimolecolare funzionale in specifici momenti dinamici del metabolismo parenchimale di coniugazione, compita e cadenza il ritmo universale della vita biologica manifesta grazie all’alternanza delle fasi sol-gel: attizzandosi e dando fuoco nella prima, ristrutturandosi e ripristinandosi nella seconda, concepisce la pulsazione della ricreazione costante, realizza il respiro della vita. Si tratta di notevoli concordanze, ognuna con mansioni coerentemente differenziate, interconnesse ed interagenti dal punto di vista fisico, chimico, fisico-chimico e biologico.

Se la Sostanza fondamentale è la grande Matrice Universale, si deve alla sua potenza implicata (Bohm) il divenire evolutivo della vita. La fisiologia della Sostanza fondamentale è, dunque, la fisiologia della materia vivente ai primordi dell’evoluzione biologica, è la fisiologia filogenetica del divenire di ogni Sistema Vivente, il nerbo energetico della vita. Dal suo coacervato primordiale riaffiora il ritmo della Vita e la danza delle forme, decollando dal respiro primordiale sol-gel.

La comprensione della natura permanentemente dinamica e fondamentalmente ritmica di tutti i sistemi ordinati è una conquista recente della conoscenza umana. Fino a pochi secoli or sono, infatti, la provenienza biblica di tutti i saperi di natura filosofica e scientifica (ci si riferisce in questa sede primariamente all’idea del creazionismo), discesa attraverso il Medioevo fino a Cartesio e agli epigoni dell’Illuminismo, leggeva la realtà naturale come una struttura statica e immutabile. Solo recentemente, la Teoria generale dei Sistemi e la Fisica quantistica, con il suo dualismo onda-particella, hanno creato il telaio concettuale che giustifica il ritmo altamente regolato, integrato, eppure permanentemente in divenire, dell’universo (ed è da esso in qualche misura giustificato).

In ordini di grandezza diversi, dai sistemi di organizzazione sociali che l’uomo si è dato, che si originano e scompaiono con successioni ritmiche, ai pianeti che si muovono ruotando sul proprio asse, intorno alla propria stella ed ancora insieme ad essa e a tutto il sistema planetario, tutto ciò che è dinamico lo è in modo ritmico. I modelli ritmici, pertanto, sono lo schema universale attraverso il quale la natura opera i propri trasferimenti di materia ed energia, in modo interconnesso, spesso interdipendente o reciproco. Finanche l’identità personale è “identità di ritmo”.

Infatti, gli esseri umani sono caratterizzati (e quindi anche riconosciuti dai propri simili) in base ai propri “ritmi” nel parlare, nel muoversi, nel respirare, nello scrivere, nel modo in cui sottolineano con i gesti quanto pensano o dicono.

In ultima analisi, questi modelli ritmici che sono il riflesso dell’identità interna ed esteriore dell’individuo corrispondono al ritmo sol-gel della Sostanza fondamentale. Infatti, non vi è soluzione di continuità tra la fisiologia della percezione, la lettura psicologica ed interpretativa e il più o meno equilibrato rapporto sol-gel, che rappresenta ed è rappresentato dal ritmo della Sostanza fondamentale. Tutto ciò si riflette nelle nostre risposte all’ambiente e nel comportamento relazionale, che non possono prescindere dalla nostra identità profonda.

Trovi l’articolo completo del dott. Marcello Monsellato sul numero 112 de L’altra medicina.