Come l’intestino influenza il cervello?

Molti di voi ormai da diverso tempo, avranno sentito usare e abusare il termine “asse intestino-cervello”. Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta: parliamo di una rete anatomica, biochimica e funzionale che esercita una comunicazione bidirezionale, simile ad una autostrada a due vie, fra sistema nervoso centrale e sistema nervoso enterico, ovvero dell’intestino, definito ormai come il secondo cervello. A mediare fra queste due importanti realtà anatomiche e funzionali c’è uno dei nervi più importanti del corpo che si chiama nervo vago. Stiamo parlando di una parte talmente importante del funzionamento dei vari assi metabolici del corpo umano, che ha acquisito dalla Medicina di Segnale, la denominazione di “undicesimo segnale”, forse il più importante di tutti.

Se l’intestino è in salute, il cervello si sviluppa nel migliore dei modi possibile. Se l’ambiente microbico intestinale è in disequilibrio, le funzioni cerebrali saranno più o meno alterate o bloccate.

Moltissimi  studi scientifici hanno dimostrato come uno stile di vita sano e una buona alimentazione di segnale, abbiano un effetto impattante positivo sul microbiota colonico intestinale.

Quando ci si addentra nell’anamnesi di un bambino con problemi del neurosviluppo, se si cerca di comprendere se fa sport o attività fisica all’aperto, spesso si tocca con mano una realtà fatta di spazi chiusi, tablet, telefonini e tv, fra un junk food e l’altro. In situazioni di questo genere il carico allostatico ambientale è costituito quasi unicamente da fattori che portano un impatto epigenetico negativo su una situazione di base del bambino caratterizzata da grande vulnerabilità e fragilità.

A quel punto risulta fondamentale l’intervento del medico che può davvero aprire gli occhi ai genitori, mostrare una strada fatta di strumenti ben precisi e di nuovi orizzonti che potranno aprire vie meravigliose per lo sviluppo neurologico e psico-comportamentale dei loro figli.

Sono bambini che fondamentalmente “stanno male”, hanno un nome, i propri affetti, come ogni altro bambino, una vita, i propri sentimenti. Ogni genitore potrebbe trovarsi in una situazione simile e vanno aiutati da subito, nel quotidiano a partire dalle piccole cose.

Trovi l’articolo completo della dott.ssa Monica Greco sul numero 123 de L’altra medicina.