Yoga “facile”…ma antipertensivo in sole 12 settimane

Lo Yoga può davvero aiutare a tenere sotto controllo l’ipertensione. Se ne parla da anni: ma che tipo di Yoga e per quanto tempo?

Questa volta lo studio è svedese* (Università Lund di Malmo), e di certo la ricerca non è stata dettata da intenti spirituali o particolari "simpatie" per la cultura indiana. Gli svedesi erano solo interessati all’effetto medico.

I risultati

Rispetto ai non praticanti Yoga, chi ha svolto il lavoro a casa ha visto una riduzione di 4,4 mmHg della pressione arteriosa diastolica (la"minima"). Questo dopo 12 settimane di pratica. Le stesse persone hanno mostrato un significativo miglioramento della qualità di vita misurata attraverso un apposito questionario.

Per ottenere questo effetto, che secondo gli autori può integrare l’azione dei farmaci, basta dedicare allo Yoga un quarto d’ora al giorno. Lo schema è estremamente semplificato e richiede solo un esercizio di respirazione (11 minuti) e un particolare movimento della spina dorsale (4 minuti).

La respirazione consiste nel respirare attraverso la narice sinistra, da seduti o sdraiati, tenendo chiusa la destra col pollice o un tamponcino. Si impara facilmente: nello studio svedese durante una sola seduta di addestramento di 20 minuti.

Il commento degli autori:

«I risultati implicano che semplici esercizi Yoga possono essere utili come terapia antipertensiva supplementare in aggiunta al trattamento medico quando prescritto dal medico di base.

«Sappiamo bene che l’attività fisica ha un effetto antipertensivo: per i pazienti che non sono capaci o disposti a fare esercizio, un facile programma Yoga potrebbe essere un’alternativa».

Nello studio era presente anche un terzo gruppo Yoga, invitato a praticare insieme a un istruttore una volta alla settimana. In questo caso non si è visto effetto antipertensivo. Il motivo risiede probabilmente nel maggior impegno richiesto ai partecipanti (più tempo, più esercizi). Ciò avrebbe comportato, secondo gli autori, una minore adesione al trattamento proposto.

L’interesse di questo studio risiede anche nel fatto che tutto si è svolto al livello delle cure primarie (il medico di famiglia). A sua volta il medico aveva ricevuto istruzioni da un insegnante Yoga.

*BMC Cardiovascular Disorders 2013, 13:111

http://www.biomedcentral.com/1471-2261/13/111