Un rimedio omeopatico per l’influenza

Basta con l’uso disinvolto di antibiotici, spesso è inutile e nocivo. L’omeopatia subentra bene nelle prime fasi di una sindrome influenzale. Un rimedio tra i più utilizzati è Eupatorium perfoliatum (la pianta nell’immagine).
Questo rimedio riduce in molti casi la sintomatologia: va da sé che se i sintomi continuano o peggiorano si va dal medico (potrebbe esserci una sovrainfezione batterica e in questo caso gli antibiotici servono davvero: se la febbre cresce, andateci). Non è l’unico rimedio omeopatico contro l’influenza o le sindromi parainfluenzali ma copre piuttosto bene una fase acuta dell’influenza. Badiamoci: la causa è sempre la stessa (il virus), ma i sintomi variano e sono più o meno disturbant (per alcuni è solo un fastidio, per altri un problema enorme). Stesso virus, ma quello che cambia è la costituzione del nostro organismo.
Eupatorium si somministra in presenza dei seguenti sintomi:
– Febbre, non superiore ai 38,5 °C.
– Dolori ossei diffusi. La presenza di dolori ossei con febbre orienta sicuramente verso questo rimedio.
– Possono essere presenti cefalea, dolore ai bulbi oculari (anche toccandoli) e nausea, in particolare solo al pensiero o all’odore del cibo.
– Sete di bevande fredde. Forti brividi, soprattutto dopo aver bevuto.
– Forte stato di malessere, il paziente è prostrato o agitato.
Solitamente si somministrano 5 granuli (9CH) ogni 2 ore fino al primo miglioramento (poi sospendiamo). Ovviamente, una visita omeopatica sarà in grado di ottimizzare la posologia, ed eventualmente scegliere un rimedio più adatto al caso singolo. Così è l’omeopatia: non esiste un rimedio valido per tutti.
Un rimedio tradizionale del Nord America.
Eupatorium perfoliatum era una pianta medicinale utilizzata dai nativi americani (non in modo omeopatico ma fitoterapico). A quei tempi e in quelle regioni era prescritta per curare la febbre: la pianta si bruciava nelle capanne sudatorie (saune con vapori che diffondono gli aromi di varie erbe). Oppure se ne facevano tisane.
Si usava anche per guarire le fratture ossee e dare sollievo in caso di dolore alle ossa o articolare. Tornano dunque anche nell’uso tradizionale le indicazioni caratteristiche del rimedio omeopatico: febbre con dolori ossei.
La pianta cresce spontanea nelle aree umide, acquitrinose. Cioè nei luoghi in cui sono frequenti malattie infettive come malaria e febbri emorragiche (la più comune è la Dengue). Quasi come se la Natura provvedesse a fornire un rimedio alle malattie tipiche del luogo.
Non è l’unico caso. Pensate, per esempio, ai salicilati presenti nella corteccia del salice, un altro albero amante delle “acque ferme”, stagni, canali interni o sponde dei laghi. Dai salicilati del salice, usati in antichità contro febbri e infiammazioni (ma anche reumatismi), deriverà l’aspirina.