Franco Berrino: «Problemi di peso? Meglio non usare i dolcificanti artificiali»

Saranno poco calorici ma, contrariamente alle aspettative, potrebbero addirittura fare ingrassare. Meglio non usarli.
Saccarina, aspartame, acesulfame o, l’ultimo arrivato sucralosio sono stati consigliati ai diabetici e alle persone in sovrappeso. E’ presumibilmente un errore, come spiega Franco Berrino, oncologo ed epidemiologo dell’Istituto tumori di Milano.
Si tratta di sostanze poco o per nulla caloriche che però stimolano, come gli zuccheri, i recettori del gusto che provocano la sensazione del dolce. Tuttavia – come spiega Berrino – c’è il forte sospetto che facciano ingrassare: «Nel nostro intestino ci sono dei sensori per il gusto dolce; quando arrivano sostanze molto dolci come i dolcificanti artificiali (alcuni dei quali fino a 1000 volte più dolci dello zucchero) viene potenziato l’assorbimento del glucosio, cioè di uno zucchero».
«E’ la ragione per cui l’aspartame viene somministrato ai maialini quando vengono svezzati prematuramente per motivi di produzione», continua il ricercatore. «Senza lo stimolo fortemente dolce l’intestino immaturo dei maialini non sarebbe in grado di utilizzare efficientemente il cibo».
Il segnale lanciato dall’aspartame, quindi, dice al nostro organismo che “c’è molto” glucosio favorendone così l’assorbimento non solo dagli zuccheri raffinati ma anche dagli amidi, del pane bianco per esempio, con tanti saluti per la glicemia e la linea. Si ipotizza inoltre che se prendiamo un caffè dolcificato artificialmente aumenti l’appetito, e si riduca il consumo di energia. Cioè siamo portati a introdurre più calorie e a bruciarne di meno, e questo non va bene né per i diabetici, né per le persone in sovrappeso. «Per prudenza – conclude Berrino – è meglio non utilizzare questi prodotti, ancor più se si desidera dimagrire».
Poi ci sono altre sostanze solo un po’ meno dolci dello zucchero, alcune naturali altre industriali. Le leggete sulle etichette dove a volte si dice che non fanno venire le carie: sorbitolo, mannitolo, maltilolo. E’ vero che aumentano la glicemia meno dello zucchero ma, a parità di potere dolcificante, sono altrettanto caloriche. Possono causare diarrea e in alcuni paesi sono vietate nei cibi per l’infanzia.
Purtroppo la confusione regna sovrana sugli zuccheri. Nel dubbio, li mettono anche in prodotti che non dovrebbero essere dolci. Soprattutto, si spingono i bambini ad assuefarsi al gusto dolce sparato a mille: tutto ciò che non è dolcissimo non soddisfa più il gusto. La vera risposta, valida anche per gli adulti, è che bisogna imparare ad apprezzare un gusto meno dolce, cercando di ridurre progressivamente il consumo del “dolce”, senza privarsene. Esiste, infatti, anche il dolce così come viene servito dalla natura, cioè non “estratto” ma insieme a tutto il vegetale.
Fonte: “Con un poco di zucchero…” di Franco Berrino