Giro di vite sulle proteine animali

Ci sono dei buoni motivi per eliminare, o ridurre, il consumo di proteine animali. Ce li ricorda Franco Berrino, professore dell’Istituto Tumori di Milano.

Berrino è da sempre in prima linea nel tentativo di indurre la gente a darci un taglio (con la carne). E non avendo peli sulla lingua, non risulta molto simpatico a certi settori dell’industria alimentare. Prima di tutto va sfatata una leggenda dura a morire: che il consumo esclusivo (o quasi) di vegetali induca carenze proteiche. Anzi, oggi la dieta comune è iperproteica e i vegetali possono aiutare a ridurre il consumo di proteine di cui non abbiamo bisogno, e che in eccesso possono fare male.

Le proteine animali vengono dette “nobili” perché contengono tutti gli aminoacidi essenziali (quelli che il nostro corpo non riesce a sintetizzare e che dobbiamo prendere dall’esterno). E i vegetali? Scrive Berrino: “Le principali fonti di proteine vegetali sono invece i legumi (30% del peso), poveri di un aminoacido essenziale chiamato metionina, e i cereali (10% del peso) che però sono poveri dell’aminoacido lisina. Ne deriva che mangiando cereali con legumi otteniamo tutti gli aminoacidi di cui abbiamo bisogno”.
 
“Cereali e legumi – continua Berrino – ci saziano senza darci una dose eccessiva di proteine. E se ci aggiungiamo un po’ di verdura di stagione, e occasionalmente un prodotto animale (un pesce, un uovo, un pezzo di formaggio), avremo tutte le sostanze necessarie a proteggere la nostra salute. Era la nostra vecchia dieta mediterranea”. Come avrete notato, Berrino non aderisce al veganesimo stretto: ammette il consumo di alimenti derivati dagli animali, ma con moderazione.

Che cosa c’è che non va nei cibi iperproteici e nella carne?

In breve: contengono troppi grassi e favoriscono malattie circolatorie e diabete. Aumentano il rischio di tumori, in particolare all’intestino. Fanno perdere calcio alle ossa, aprendo la strada all’osteoporosi. Favoriscono gli stati infiammatori (ad eccezione del pesce) che logorano a lungo andare l’organismo. Inoltre, la dieta iperproteica, ormai comune, fa sì che alcuni bambini continuino a contrarre infezioni respiratorie.(faringiti, tonsilliti, bronchiti, otite).

Che fare dunque?
Questa la ricetta di Berrino per i bambini (ma va bene anche per i genitori).
“Ridurre le proteine animali! A scuola sarebbe sufficiente introdurle solo 2 giorni su 5, una volta il pesce, una volta un formaggio di buona qualità, ad esempio sulla pizza. E magari la settimana dopo una volta una frittata e una volta una carne, ma senza dare carni conservate (prosciutti, bresaole, wurstel ecc.). E gli altri giorni creare dei piatti a base di cereali, verdure e un po’ di legumi che piacciono ai bambini, ad esempio vellutata di verdure, lenticchie rosse, e polpette vegetariane”.

Per abbattere il consumo di cibi animali ci si muova con intelligenza. Procediamo con gradualità, per abituare il gusto e l’organismo alla nuova dieta. Sbagliato volere tutto subito. E cominciamo a considerare gli alimenti vegetali come cibo di serie A, da cucinare a dovere: non va”buttato” in tavola. Col tempo impareremo nuove ricette e ad apprezzare nuovi gusti e sapori.

Fonte: “Proteine nobili?” di Franco Berrino, Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Fondazione Istituto nazionale dei tumori, Milano