I doni nascosti della Rosa

L’aroma della rosa sta per esplodere nei nostri giardini. Può darci qualcosa di molto prezioso, per chi è disposto all’ascolto.
L’olio essenziale è tra i più costosi, ma a partire dal mese di maggio inizia la fioritura, e il profumo è nell’aria. Nell’aromaterapia classica questa essenza si considera centrata sul Cuore. Dispone alla tenerezza e all’amore (da qui il successo in profumeria). E’ di conforto nei momenti di tristezza, solitamente generati dalla mancanza di affetto e di relazioni.
E’ indicata per i massaggi sul ventre in caso di dolori mestruali, e su tutto il corpo quando ci si sente nervosi e ansiosi. Si usa anche in gravidanza (dopo il quarto mese), quando bisogna accogliere una nuova vita con un atto di amore. Trova impiego poi nei disturbi sessuali: gli antichi la ritenevano uno degli attribuiti di Afrodite, la dea dell’Amore.
Per capire meglio facciamo un breve viaggio nei territori dell’aromaterapia sottile e della floriterapia.
Aromaterapia sottile: la rosa e i Chakra
L’olio essenziale di rosa si consiglia soprattutto per attivare e sostenere il Chakra del Cuore: il centro energetico che riceve e irradia Amore. In svariate tradizioni il dischiudersi del bocciolo del fiore simboleggia l’aprirsi del cuore all’amore. Ma il profumo è affine anche al Chakra sacrale che favorisce le attività creative, la sessualità, il concepimento. Ed è attivo anche sul Chakra della Corona, che vibra di puro spirito.
Che cosa significa tutto ciò?
Che la rosa, ponendo al centro e attivando la prima forza dell’Universo, l’Amore (Cuore), stimola i centri energetici inferiori e superiori: quelli vicini alla Terra, alla materia (Sacrale) e quelli più prossimi al mondo dello spirito (Corona). Ma più che una stimolazione meccanica è una trasformazione, un “colorare” le azioni sottili dei Chakra attraverso l’ispirazione amorosa. Il Chakra del Cuore si considera infatti il punto di equilibrio tra i Chakra superiori e inferiori, è un punto di unione, di mediazione, di attrazione, e armonia tra le parti: tra le persone, certo, ma anche tra ciò che compone ogni singolo individuo: quante volte vediamo che il corpo non segue la mente, o viceversa?
«Se non amiamo e non accettiamo noi stessi, come possiamo riunirci con gli altri?», si chiede il medico indiano e studioso di Yoga Kalashatra Govinda.
E in floriterapia?
Tra i fiori di Bach esistono due “rose”: una è Rock Rose, la ‘rosellina delle rocce’. Dal punto di vista botanico non ha nulla a che vedere con la rosa, ma per la tradizione popolare è una rosa: ha i tempi di fioritura della rosa, un portamento simile alla rosa selvatica. Si trovava nel giardino di Edward Bach.
Il fondatore della floriterapia riteneva questo fiore utile per le emergenze, quando il mondo ci crolla addosso. Dona coraggio. Il sentimento paralizzante è la paura: arriva una notizia devastante, ci troviamo in una situazione che ci getta nel terrore. Qual è l’origine di questa paura? E’ l’angoscia della solitudine, l’idea di essere stati lasciati soli, abbandonati da tutti, e soprattutto dall’Alto («Nessuno mi può aiutare, sono solo con me stesso e la mia sorte…»). E’ il Cuore che si blocca per la paura (si dice anche: ho il Cuore in gola). Ma il Cuore è l’organo dell’Amore. 

Scriveva Edward Bach con il suo stile stringato ma estremamente profondo:
«Ogni paura va scacciata: non dovrebbe mai albergare nella mente umana. Può esistere solo quando perdiamo di vista la nostra divinità. Ci è estranea perché, quali Figli del Creatore, scintille della Vita Divina, siamo invincibili, indistruttibili e imbattibili».
Ci sentiamo soli con noi stessi, separati, esclusi, incompresi, minacciati da qualcosa di più grande di noi. Ma a volte siamo noi che ci tiriamo fuori dal gioco. E la perdita di “sintonia” con quello che ci circonda è in sostanza una mancanza di Amore. Dappertutto l’Amore è il principio che lega, che mette in relazione, che ci spinge a cercare e ricevere il contatto con gli altri.
L’altra “rosa” di Bach è Wild Rose, la Rosa canina. Quando il fuoco interiore si è spento tutto appare grigio, privo di interesse: ci lasciamo vivere in automatico, in modo apatico, stanco, rassegnato. Si è perso il contatto con la “nostra divinità” e di conseguenza con tutto il resto. Ciò che risveglia la ‘Bella addormentata’ è il bacio del principe, ancora un atto di Amore. 
Fiori australiani
Una rosa, anzi due, sono presenti anche nella floriterapia australiana: Dog Rose e Dog Rose of the wild forces. Parliamo della prima. E’ la controparte australiana di Rock Rose: anche questo rimedio si usa quando il sentimento che blocca è la paura, spesso accompagnato da risentimento e rancore verso gli altri. Anche in questo caso emerge un problema di relazione, caratterizzato dalla timidezza, dal ritrarsi per lo spavento («meglio restare soli, fuori è troppo pericoloso…»).
Scrive Ian White, l’ideatore delle essenze australiane:
«La paura frena l’amore ed è proprio l’amore che aiuta a dissipare le paure».