Nel salotto di Guna si parla di inquinamento atmosferico

L’Italia ha un triste primato: con circa 100 decessi al giorno, è il primo Paese in Europa per morti premature da biossido di azoto e ozono e il secondo per quelle da polveri sottili. Se ne è parlato durante un recente incontro organizzato dall’azienda Guna.

Il Belpaese è drammaticamente inquinato: secondo i dati dell’Istituto per la Protezione Ambientale (Ispra) ci sono 12.482 siti potenzialmente contaminati, dal Piemonte al Veneto, dal Lazio alla Sicilia, con un record di 3.733 casi in Lombardia.

E il prezzo, come sempre, lo pagano le persone. Vivere in aree altamente inquinate ha ripercussioni negative sulla salute: per chi ha meno di 25 anni è stato registrato un aumento di tumori maligni del 9% rispetto a chi vive in zone non a rischio. Per i bambini e i ragazzi, invece, il rischio di mortalità legato a patologie respiratorie è più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale.

Il grande killer

Sappiamo bene quanto l’inquinamento atmosferico sia un grave problema che attanaglia le grandi metropoli italiane. Del resto, è sufficiente passeggiare a Milano o a Roma, per esempio, nelle ore di punta per rendersi conto di come la qualità dell’aria sia pessima. Probabilmente però non siamo al corrente che la mortalità dovuta all’inquinamento causa più vittime di malaria, alcol e tabacco messi insieme. Inoltre l’inquinamento contribuisce alla comparsa di gravi malattie. Di queste, alcune sono definite come “patologie emergenti” che coinvolgono un numero elevatissimo di persone: si tratta per esempio della Sensibilità Chimica Multipla (MCS), la Fibromialgia (FM), la Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), la Sindrome dell’Edificio Malato (SBS).

Servono diagnosi precoci e consapevolezza

Di fronte a una situazione così allarmante, che richiede strategie preventive e interventi concreti, non si può tergiversare. Invece, ancora poco viene fatto.

“Le istituzioni non sono ancora in grado di dare risposte realmente efficaci a questi pazienti in termini di presa in carico e cura”, sostiene Antonio Maria Pasciuto, Presidente dell’Associazione Italiana di Medicina Ambientale e Salute. “E’ ormai accertato che si tratta di patologie multifattoriali, dovute cioè a più cause, e che molti di questi fattori sono i cosiddetti ‘sovraccarichi ambientali’. Partendo da ciò, è oggi possibile giungere a una diagnosi più puntuale, anche grazie all’utilizzo di analisi e devices validati a livello internazionale: fare qualcosa è possibile, ma è necessario alzare il livello di attenzione ed essere innanzitutto consapevoli dell’emergenza inquinamento atmosferico.

Nel video che vi proponiamo, alcuni autorevoli esperti ci forniscono qualche dato sulla situazione italiana.